I punti chiave
I punti chiave
Può capitare che il trasloco della linea telefonica o dati, che dovrebbe essere una procedura abbastanza semplice e veloce (ci sono gestori che si impegnano, ad esempio, a completarlo in dieci giorni), si trasformi in un’attesa infinita. In alcuni casi passano settimane, in altri mesi. C’è perfino chi ha perso il proprio numero, costretto ad attivare un nuovo contratto dopo lunghi disservizi.
Non si tratta purtroppo di episodi isolati. Sempre più utenti segnalano problemi legati al mancato o ritardato trasferimento della linea. E il peggio è che, quando si prova a contattare il servizio clienti, le risposte sono spesso vaghe, poco chiare, se non inutili. Così ci si ritrova bloccati, senza connessione e con bollette che continuano ad arrivare. Che cosa si può fare in questi casi? Vediamo.
I primi passi: documentare tutto
La cosa più importante in questi casi è non restare fermi. Ecco da dove cominciare:
inviare un reclamo scritto, niente telefonate al call center, meglio usare canali tracciabili come Pec, e-mail, fax o raccomandata A/R;
conservare la copia della richiesta di trasloco, serve per dimostrare che è stata fatta e che l’operatore l’ha ricevuta;
non chiedere la disdetta, a meno che il gestore non dichiari ufficialmente (e per iscritto) che non può effettuare il trasloco per motivi tecnici, spiegati in modo dettagliato.
Cosa spetta all’utente per legge
Se il trasloco non viene effettuato nei tempi stabiliti dal contratto, oppure non viene eseguito affatto, si ha diritto a:
rimborso del contributo pagato per il trasloco, se previsto;
rimborso delle bollette pagate durante il disservizio, oppure lo storno delle fatture se non si è pagato.
indennizzo economico, che cresce in base alla durata del ritardo o del mancato servizio. Attenzione però: non ci si aspetti che l’operatore lo riconosca spontaneamente.
Molti gestori si trincerano dietro motivazioni poco chiare, come “problemi tecnici”, “verifiche in corso”, “ritardi non dipendenti da noi” e negano sia il rimborso che l’indennizzo. A volte continuano a emettere fatture anche se il servizio non viene erogato, arrivando perfino a minacciare il recupero crediti.
In casi del genere, rivolgersi a un avvocato esperto nel settore della telefonia può fare la differenza, non solo per riuscire a ottenere il giusto indennizzo, ma anche per sbloccare una pratica ferma da mesi.
Come far valere i propri diritti
Oltre a inviare i reclami in forma scritta, un’altra strada importante da percorrere è quella di rivolgersi al Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni) della propria regione. Si tratta di un passaggio obbligatorio, che serve per tentare una conciliazione tra utente e gestore.
Se la conciliazione dovesse fallire, è comunque possibile presentare una seconda
istanza al Corecom (la cosiddetta “definizione”), o rivolgersi al giudice ordinario (Giudice di Pace o Tribunale), per ottenere non solo l’indennizzo, ma anche un risarcimento per eventuali danni subiti.