Tra le scadenze più importanti che un automobilista deve sempre tenere ben a mente, unitamente ad assicurazione e bollo, c’è ovviamente anche la revisione. Per evitare di essere sanzionati, trattandosi di un obbligo sancito nell’articolo 80 del Codice della strada, è bene rispettare le scadenze previste dalle norme vigenti.
Da regola, la prima revisione va effettuata dopo 4 anni dalla data di immatricolazione del mezzo, chiaramente indicata sul libretto di circolazione, mentre per le successive l’auto va portata in officina ogni 2 anni. Queste tempistiche sono relative alla maggior parte dei veicoli privati e commerciali entro le 3.5 tonnellate, mentre quelli a uso pubblico, come ambulanze, taxi, auto a noleggio con conducente, gli autocarri e i veicoli superiori alle 3.5 tonnellate devono effettuare i controlli ogni anno.
Per quanto concerne i veicoli nuovi la scadenza è fissata alla fine del mese nel quale sono stati immatricolati, mentre per quelli usati si utilizzerà come riferimento l’ultimo giorno del mese in cui è avvenuta la revisione precedente. Qualora il termine ultimo sia una domenica o un festivo, tale scadenza slitta al primo giorno feriale successivo. Nel caso in cui, per un motivo o per un altro, l’automobilista avesse dei dubbi circa la scadenza, potrebbe consultare in qualunque momento il Portale dell’Automobilista.
Quando si porta l’auto in officina per effettuare una revisione, l’obiettivo è quello di verificare la sua sicurezza e la capacità di rispettare le normative ambientali. I controlli si concentrano quindi sull’impianto frenante (freni anteriori, posteriori e freno a mano con attenzione allo stato di usura di dischi e pastiglie), sullo sterzo, sulla visibilità (quindi le condizioni di vetri, specchietti retrovisori e lavavetri), sull’impianto elettrico (luci anteriori e posteriori, segnale di stop, retromarcia, indicatori di direzione, luce targa, fari antinebbia e spie sul cruscotto), sulle condizioni degli pneumatici (pressione, usura del battistrada, integrità e dimensioni), sulle sospensioni, sulle emissioni inquinanti, sull’indice di rumorosità e sullo stato generale di conservazione della carrozzeria e in genere della struttura del mezzo.
Nel caso in cui l’auto non superi i test e gli standard di sicurezza fissati, al proprietario viene rilasciato un documento nel quale sono riepilogate le problematiche riscontrate che rendono il veicolo non idoneo alla circolazione. Da quel momento ci saranno 30 giorni di tempo per rimediare al problema e replicare la revisione. Talvolta, nei casi più gravi, può essere richiesto il fermo del mezzo fino al completamento degli interventi da effettuare.
Che cosa si può rischiare a non ottemperare a quest’obbligo? La legge prevede sanzioni che vanno da 173 a 694 euro, ma in caso di ripetuta omessa revisione la multa può anche raddoppiare. Circolare invece su un’auto sospesa dalla circolazione comporta un’ammenda da 998,00 a 7.993,00 euro oltre al fermo amministrativo del veicolo per 90 giorni: in caso di reiterazione delle violazioni si può subire anche confisca amministrativa. Se invece l’automobilista produce documentazione falsa può essere sanzionato con una multa da 430 a 731 euro.
Per quanto concerne il prezzo, l’automobilista può scegliere se appoggiarsi alla Motorizzazione Civile o a un privato. Nel primo caso sono previsti tempi di attesa più lunghi ma costi contenuti (45 euro), mentre qualora si opti per un’officina autorizzata il costo sale: il proprietario dovrà infatti corrispondere in tutto 79,04 euro così suddivisi:
- 54,95 euro come importo della tariffa;
- 12,09 euro per l’Iva al 22%;
- 10,20 euro come tariffa di Motorizzazione (sul c.c.p. n. 9001 intestato al Dipartimento Trasporti Terrestri – Roma);
- 1,80 euro per il versamento postale della tariffa.
L’operazione prevede
ovviamente una prenotazione, per cui il controllo viene spesso effettuato prima della sua naturale scadenza: ciò nonostante la successiva revisione avrà sempre come termine di riferimento quello della prima.