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Mediobanca crolla in Borsa sull’addio di Mediolanum

Mediobanca accusa il colpo in Borsa dell’uscita dal “salotto” di un socio storico come Mediolanum: ieri il titolo dell’istituto di Piazzetta Cuccia ha chiuso la seduta lasciando sul terreno il 4,2% a 18,9 euro. Effetto del collocamento della quota del 3,5% annunciato lunedì dal gruppo controllato dalla famiglia Doris che si è così sfilata dal risiko. Banca Mediolanum (-2,1%) ha perfezionato la vendita di 29.095.110 di azioni di Piazzetta Cuccia a un prezzo pari a 18,85 euro per azione per un controvalore lordo di 548,4 milioni. La cessione è stata effettuata attraverso un processo di Accelerated bookbuilding presso investitori istituzionali. Le azioni cedute rappresentavano la totalità della quota posseduta da Banca Mediolanum in Mediobanca ed erano apportate all’accordo di consultazione, che aggregava complessivamente l’11,6% del capitale di Mediobanca. Non sono, per ora, state cedute le azioni detenute da Finprog Italia (veicolo della famiglia Doris), pari allo 0,96% del capitale.

Di certo, però, l’istituto guidato da Alberto Nagel da oggi è oggettivamente meno forte, con un patto di consultazione meramente facoltativo che a questo punto scende intorno all’8 per cento. E mentre l’amministratore delegato tenta con modalità varie di rimanere in sella e di non arrendersi alla scalata del Monte dei Paschi, nelle ultime settimane sono circolate voci su una possibile diversità di vedute tra i due soci protagonisti della sfida all’attuale management, ovvero la Delfin guidata da Francesco Milleri e il gruppo Caltagirone. In alcuni articoli di stampa è stato quasi lasciato intendere che il tandem non sia compatto e anzi, che le strade tra il super manager e l’imprenditore romano stiano per dividersi. Secondo quanto risulta a Il Giornale, si tratta solo di illazioni. Anche perché a Milleri il fondatore Leonardo Del Vecchio (scomparso il 27 giugno 2022) ha affidato la conduzione del gruppo negli ultimi anni di vita e anche dopo la sua morte. Nel testamento, infatti, il cavalier Leonardo scrive che sarà Milleri a guidare la holding.

A tempo indeterminato. E Milleri è pronto a rispettarne le volontà portando fino in fondo la battaglia su Mediobanca. Di cui Delfin non venderà mai le quote, che potrebbero, al massimo, essere concambiate in futuro con titoli Mps quando e se verrà concretizzata la fusione. Ma allora chi fa circolare queste voci?

E perché? C’è chi sospetta un certo attivismo di Nicoletta Zampillo, seconda e quarta compagna del cavalier Del Vecchio, che starebbe tentando di convincere tre figli di Del Vecchio, ovvero Paola (avuta dalla prima moglie Luciana Nervo), Luca e l’ultimogenito Clemente (avuti da Sabina Grossi) a liquidare subito il patrimonio finanziario. MentreMilleri avrebbe dalla sua parte il primogenito Claudio e Marisa (avuti dalla Nervo) e anche Leonardo Maria, figlio del patron e della Zampillo. Gli eredi del cavaliere sono, ricordiamolo, i suoi sei figli, più Zampillo più il figlio di quest’ultima, Rocco Basilico, che non è un Del Vecchio, ma si comporta come tale.

Gli otto hanno ereditato, e dunque sono proprietari della Delfin, la cassaforte dell’impero costruito dall’ex martinitt. Ognuno di loro ha il 12,5% delle azioni. Sono destinati a stare insieme perché le decisioni importanti (l’ha messo per iscritto lo stesso Del Vecchio) devono essere prese con l’accordo di tutti.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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