L’Italia conferma un percorso di crescita ordinata e sostenibile, in un contesto globale complesso e incerto. È quanto emerge dalle nuove Prospettive Economiche presentate oggi dall’Ocse a Parigi, che evidenziano come il nostro Paese stia proseguendo lungo una traiettoria di consolidamento dei conti pubblici e stabilità macroeconomica.
Secondo l’organizzazione internazionale, il Pil italiano è atteso crescere dello 0,7% nel 2024, dello 0,6% nel 2025 e di nuovo dello 0,7% nel 2026. Sebbene si tratti di una lieve revisione al ribasso rispetto alle stime precedenti, questa dinamica si inserisce in un contesto di debolezza generalizzata nell’area euro, dove si prevede un rafforzamento graduale della crescita dall’0,8% nel 2024 all’1,2% nel 2026.
Sul fronte dei conti pubblici, l’Ocse prevede un miglioramento del deficit italiano, che dovrebbe passare dal 3,4% del Pil nel 2024 al 3,1% nel 2025, fino al 2,8% nel 2026. Parallelamente, il debito pubblico è stimato in calo al 148,2% del PIL nel 2025 e al 147,7% nel 2026. Un risultato che riflette l’impegno del governo per riportare le finanze pubbliche su un sentiero sostenibile nel medio termine.
Il consolidamento fiscale in atto è sostenuto dalla graduale riduzione delle spese legate al Superbonus, dall’andamento positivo delle entrate e da una gestione attenta delle uscite ministeriali. Secondo l’Ocse, questi fattori consentiranno di compensare gli interventi previsti su fisco, sanità e investimenti pubblici, mantenendo un equilibrio di bilancio credibile.
L’organizzazione di Parigi sottolinea la determinazione dell’esecutivo nel mantenere il deficit sotto controllo, pur in presenza di crescenti pressioni internazionali e costi in ascesa per la difesa e altri comparti strategici. Il margine di miglioramento potrebbe essere parzialmente influenzato da un contesto di crescita globale meno favorevole, ma il percorso impostato resta solido.
Segnali positivi arrivano anche dal mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione in Italia è previsto in calo al 6,1% nel 2025 e confermato allo stesso livello nel 2026, rispetto al 6,5% registrato nel 2024. Un dato che conferma la resilienza del tessuto occupazionale italiano, nonostante il rallentamento della congiuntura internazionale.
A livello globale, l’Ocse prevede un raffreddamento della crescita, dal 3,3% nel 2024 al 2,9% nel 2025 e nel 2026, a causa delle tensioni geopolitiche, dell’incertezza politica e delle barriere commerciali. In particolare, l’organizzazione evidenzia che l’aumento dei dazi, soprattutto da parte degli Stati Uniti, sta influenzando negativamente l’economia mondiale, con effetti su inflazione e investimenti.
L’Ocse avverte che un’ulteriore escalation delle misure protezionistiche potrebbe ridurre la crescita globale dello 0,3% entro tre anni e aumentare l’inflazione di 0,4 punti percentuali annui. L’organizzazione sottolinea l’importanza di mantenere aperti i mercati e di promuovere la cooperazione internazionale per sostenere la fiducia e gli investimenti.
Nel complesso, il giudizio dell’Ocse conferma che l’Italia si sta muovendo nella giusta direzione: con una strategia equilibrata,
fondata sulla prudenza fiscale, l’efficienza della spesa e la tutela dell’occupazione. Un quadro che rafforza la posizione dell’Italia nel panorama europeo, in una fase caratterizzata da turbolenze e sfide internazionali.