Sarà che il lavoro nobilita l’uomo, ma se è un lavoro che vuoi fare, e quanti fanno davvero il lavoro che vogliono? Intanto, mentre pensiamo a tutti i lavori che presto saranno sostituiti da robot e AI (e sarà un casino), c’è chi prospetta un futuro libero dal lavoro. Nel senso che ognuno farà quello che vorrà, se lo vorrà, per gratificazione personale. Elon Musk ne è convinto da tempo: il lavoro umano non sarà più necessario, robot e AI possono garantire il benessere materiale per tutti (almeno in Occidente).
A quel punto, come si guadagna? Musk ha parlato della possibilità di un “reddito universale” (detto così suona molto grillino, ma sarebbe un’altra cosa). Il lavoro non è solo un mezzo per fare soldi, è anche realizzazione e scopo, quindi secondo Musk si lavorerebbe solo per bisogno psicologico, non economico. Non sono un economista, quindi qualcosa non mi torna: chi pagherebbe chi? Da chi verrebbe il reddito universale?
Uno tuttavia però può dire: ok, è Musk, è folle, è visionario. Solo che adesso lo ha detto anche Bill Gates. Che è il supermiliardario più colto e più filantropo della Terra, Bill non può sbagliare. Nel suo libro Business alla velocità del pensiero (Business @ the Speed of Thought, del 1999) fece molte previsioni che sono diventate realtà, tra cui: la digitalizzazione totale dei processi aziendali, il commercio elettronico e i pagamenti digitali, gli assistenti vocali (come poi Alexa o Siri) e perfino l’AI (come ChatGPT).
Insomma, durante una puntata del Tonight Show sulla Nbc, Bill ha detto che in un futuro non molto lontano le persone lavoreranno solo due giorni a settimana. Spariranno anche i medici e gli insegnanti, sostituiti da robot e AI, ma non per esempio gli sportivi: chi andrebbe a vedere due robot che giocano a tennis anziché Jannik Sinner contro Djokovic?
È la stessa visione di Musk (ci sono solo due giorni di lavoro in più, forse Musk parlava di un decennio dopo il futuro previsto da Bill). C’è chi dice: ma l’uomo ha bisogno di lavorare. Non ne sono molto convinto, la maggior parte dei disoccupati cercano lavoro non per darsi uno scopo ma per pagarsi le bollette.
In ogni caso, abbiamo stabilito, chi vorrà potrà fare quello che vuole, e se uno vuole fare, che so, la rockstar potrà farlo, così per chi vuole essere scrittore o artista: resterà comunque il problema di chi lo ascolterà o lo leggerà o comprerà le sue opere, cioè il successo.
Continua a sfuggirmi come dovrebbe funzionare questo futuro dove a lavorare saranno i robot: chi elargirà questo reddito universale? (L’ho chiesto anche a ChatGPT, ha risposto: «Bella domanda»). Comunque, l’ho detto, non sono un economista, ma Bill ci avrà pensato bene.