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Lagarde pronta a lasciare la Bce? Ecco dove potrebbe andare


Christine Lagarde avrebbe preso in considerazione l’idea di lasciare anticipatamente la guida della Banca centrale europea per assumere la presidenza del World Economic Forum (Wef). A rivelarlo è Klaus Schwab, fondatore e ormai ex presidente del Wef, in un’intervista al Financial Times.

Secondo quanto riportato, i colloqui tra Lagarde e Schwab andrebbero avanti da anni, con l’obiettivo di preparare una transizione alla guida dell’istituzione con sede a Ginevra, celebre per il suo appuntamento annuale a Davos che riunisce l’élite globale della politica e della finanza. L’ultimo incontro tra i due sarebbe avvenuto ad aprile a Francoforte, dove Lagarde avrebbe confermato l’interesse a subentrare “non oltre l’inizio del 2027”.

Il mandato di Lagarde alla Bce scade formalmente a ottobre dello stesso anno e, secondo fonti a conoscenza dei fatti, la dirigente francese avrebbe dato la propria disponibilità a condizione di completare prima l’opera di contenimento dell’inflazione nell’Eurozona, riportandola in linea con il target del 2%. Obiettivo che – secondo le ultime proiezioni – sembra ormai vicino.

Tuttavia, permangono dubbi sulla possibilità concreta di un’uscita anticipata, nonostante, sempre secondo Schwab, fossero già stati predisposti dettagli pratici come un appartamento a Villa Mundi, di proprietà del Wef, affacciata sul Lago di Ginevra, per consentire a Lagarde di iniziare a lavorare sul nuovo incarico.

Una successione complicata

L’eventuale partenza anticipata della presidente Bce aprirebbe uno scenario inedito per la governance monetaria europea, alimentando un’inevitabile corsa alla successione. La nomina del presidente dell’istituto di Francoforte è storicamente frutto di complessi equilibri politici tra i paesi membri dell’Unione. Lagarde sarebbe la seconda presidente della Bce a lasciare l’incarico prima della scadenza naturale, dopo Wim Duisenberg. La portavoce dell’istituto ha intanto ribadito che Lagarde “è pienamente impegnata a portare a termine il suo mandato”.

Dopo Schwab, l’incertezza

Il Wef, intanto, si trova in una fase di transizione delicata. Schwab, che ha fondato l’organizzazione nel 1971, è stato costretto a dimettersi anticipatamente dopo nuove accuse di comportamenti impropri, che si sono aggiunte a quelle – archiviate – emerse nei mesi precedenti. Al suo posto è stato nominato in via provvisoria l’ex Ceo di Nestlé, Peter Brabeck-Letmathe.

“Ho paura che, se l’incertezza continua a gravare sull’organizzazione, Christine Lagarde possa decidere di non accettare la carica”, ha dichiarato Schwab, esprimendo il timore che il suo piano di successione possa naufragare. Al momento, però, il Wef ha chiarito che non esiste alcun accordo formale con Lagarde.

Dal canto suo, la presidente della Bce non ha rilasciato commenti ufficiali. Ma le indiscrezioni sollevano interrogativi su come la leader europea intenda concludere il suo incarico e, soprattutto, sul futuro dell’istituzione che guida.

Davos chiama, ma l’Europa guarda

Un’eventuale transizione alla guida del Wef rappresenterebbe per Lagarde una nuova fase della sua carriera ai vertici delle istituzioni globali, dopo essere stata ministra dell’Economia in Francia, direttrice del Fmi e ora presidente della Bce. E anche dal punto di vista economico, l’incentivo non manca: la nuova posizione potrebbe valere circa il doppio del suo attuale stipendio annuale da 466mila euro.

Ma la vera posta in gioco resta politica: se Lagarde dovesse davvero lasciare

prima del tempo, la scelta del suo successore sarà inevitabilmente carica di tensione, con le principali capitali europee già pronte a contendersi un ruolo chiave nella definizione della politica monetaria dei prossimi anni.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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