Il 2024 è stato l’anno dell’intelligenza artificiale e il 2025 potrebbe essere quello della robotica. E in particolare delle macchine intelligenti che vengono utilizzate in maniera crescente in diversi ambiti della vita e del lavoro. Tanto che gli analisti individuano in questo settore un nuovo megatrend: ovvero un tema di lungo periodo per investire cavalcandone la crescita potenziale. In concreto, si tratta di androidi che fino a poco tempo fa appartenevano solo al mondo cinematografico e che ora stanno entrando con sempre maggiore enfasi nella realtà quotidiana. Come, ad esempio, i tanti robot umanoidi che costruiscono auto: da Apollo a Optimus fino a Figure 01 che lavorano per Mercedes, Tesla e BMW.
I robot “umanoidi” sono solo gli ultimi arrivati e vanno ad affiancare i cosiddetti robot articolati che troviamo in fabbriche di vario genere nei settori dell’agricoltura, della chirurgia, della manutenzione, dell’ispezione e della sorveglianza. Digit, per esempio, ha due braccia e due gambe di metallo e dà una mano nei magazzini di Amazon per impacchettare le consegne.
Nel complesso, si tratta di un settore in grande espansione in cui l’Europa (e l’Italia) sono in prima linea per conquistare un mercato potenziale da 180 miliardi di dollari. Secondo le stime, il mercato globale della robotica è imperdibile e crescerà di oltre il 20% all’anno fino al 2030. In Italia, dopo un 2023 da incorniciare, il 2024 sul fronte interno è stato in calo, ma non lato esportazioni (cresciute del 6,3% a 4,5 miliardi). Sul 2025 ci sono grandi aspettative in particolare per l’effetto positivo che dovrebbero avere gli incentivi del piano Transizione 5.0 partito in ritardo, a fine 2024.
Nel nostro Paese, tra i maggiori produttori che si stanno impegnando in questo business abbiamo Comau (ex Stellantis), Leonardo e Oversonic, ma anche la milanese Homberger, la campana Italrobot e la padovana Rea Robotics. Poi, la Casarini Robotica divenuta distributore dei robot Hyundai. Di recente, Comau e Leonardo hanno intrapreso una collaborazione strategica per innovare nel settore aerospaziale, focalizzandosi sull’efficienza e l’automazione dei processi di controllo qualità. L’obiettivo è sviluppare e implementare una soluzione robotica avanzata e autoadattiva capace di ispezionare autonomamente pale di elicottero fino a 7 metri. Questa tecnologia, che combina robotica cognitiva, sistemi di visione avanzati e intelligenza artificiale, è stata testata come progetto pilota ad Anagni, in provincia di Frosinone. Homberger, invece, aiuta le aziende nel processo produttivo integrando i cobot Doosan nelle loro attività: nella produzione, dove si occupano di levigatura, saldatura, pallettizzazione. Ma anche in ambiti come l’alimentare.
Una delle ultime frontiere, inoltre, è quella degli space robotics, robot che inizialmente assistevano gli astronauti nella manutenzione, ma che via via assolvono compiti sempre più complessi in orbita. Tante le aziende che si sono già imposte come la canadese Mda Ltd, Maxar, Airbus, Nlmev Aerospace, Japan Aea, Nasa, Shanghai Microsatellites, Astroscale, Beijing Aerospace Pt, Busek.
Riconosciuti come una delle tecnologie emergenti dal Technology Foresights di GlobalData, i robot spaziali sono in prima linea in questa impennata tecnologica. In particolare, la Cina è in testa, con il 58% di tutte le domande di brevetto in questo campo negli ultimi tre anni, seguita a ruota da Usa e Giappone.