Dopo anni di lotte delle operaie e le complicate vicende che sono seguite al fallimento, uno dei simboli della moda Made In Italy è salvo: La Perla, marchio bolognese della lingerie di lusso, ha un acquirente che nelle prossime settimane presenterà il nuovo piano industriale per rilanciare un’azienda diventata simbolo della crisi del lavoro, ma anche dell’orgogliosa difesa di una manifattura super specializzata che dell’azienda è uno degli asset insostituibili.
L’annuncio è arrivato dal ministro per le Imprese Adolfo Urso, che ha partecipato a un tavolo che si è tenuto nello stabilimento di via Mattei, alla periferia di Bologna. «Grazie all’impegno straordinario dei commissari – ha detto Urso – dei curatori italiani, dei liquidatori inglesi e dello staff del Mimit, abbiamo individuato una soluzione industriale per una delle crisi più emblematiche del settore moda, tra le più complesse mai affrontate dal ministero, per la prima volta alle prese con più procedure in diversi Paesi, con una complessità legale che appariva inestricabile. Un grande successo frutto di un lavoro di squadra».
La Perla finirà a un soggetto unitario che ha manifestato il proprio interesse per il marchio, il sito produttivo e i lavoratori, presentando un progetto industriale concreto per il rilancio di un forte marchio della moda italiana. Il nuovo imprenditore sarà presentato al Mimit il 10 giugno. Il piano industriale prevede non soltanto l’assunzione dei 210 dipendenti coinvolti nelle procedure La Perla Manufacturing e La Perla Global Management, ma anche un incremento della forza lavoro con ulteriori 40 nuove assunzioni.
Fra gli elementi qualificanti, c’è anche la volontà da parte del nuovo investitore di mantenere e rilanciare il sito produttivo di Bologna, investendo nella sua progressiva riattivazione come cuore manifatturiero del marchio.