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Il Biscione apre ai soci: “Collaborazione possibile ma solo finanziaria sul network in Germania”

“Vogliamo crescere come broadcaster europeo, ma non ci interessa avere una tv in Germania”. L’obiettivo della campagna tedesca di Mfe sta tutta in queste parole del suo numero uno, Pier Silvio Berlusconi. Il Biscione è impegnato in una battaglia finanziaria per la conquista di ProsiebenSat, emittente tv bavarese. Ma l’essenza di questa partita dipende anche dalle sfumature. Per questo era importante sentire dalla voce di Berlusconi, che ne ha parlato alla stampa durante la serata dell’8 luglio, alla presentazione dei palinsesti Mediaset, quali sono i punti cardine della sfida in corso.

Primo, l’obiettivo: crescere come broadcaster generalista paneuropeo. Che significa una cosa sola: integrare Prosieben nel sistema crossmediale che Mfe sta costruendo in Europa, con l’Italia e la Spagna. Aggiungendoci la Germania, primo mercato pubblicitario continentale, ma non come asset, bensì come terza gamba di un sistema unico che sfrutta sinergie in termini di efficienza, tecnologie, piattaforme web.

Secondo: come arrivarci? Anche se Pier Silvio “non è questione di controllo” bensì di “poter dire la nostra negli organi chiamati a decidere” è difficile pensare di centrare l’obiettivo senza che la presenza di Mfe nel capitale di Prosieben diventi decisiva per mettere al comando un proprio management. E qui le cose si complicano: Mfe, che ha già il 30%, ha lanciato un’Opa totalitaria su Prosieben offrendo un corrispettivo misto di azioni e cash pari a 5,74 euro. Ma Ppf, gruppo finanziario ceco azionista con il 16%, ha lanciato un’altra Opa a 7 euro, finalizzata a raggiungere non più del 29,9%. All’orizzonte c’è un’assemblea che Mfe ha convocato il 31 luglio per proporre, eventualmente, un rilancio sul prezzo. Entrambe le Opa si concluderanno il 13 agosto. Come finirà?

Al centro della questione ci sono i rapporti con Ppf. Ma, dice Pier Silvio, “per leggi magari un po’ obsolete non ci possiamo parlare e non ci parliamo, perché invece ci sarebbe terreno fertile”. In pratica è un’apertura: “Una collaborazione è assolutamente possibile. Un socio forte più finanziario, con esperienza nel mondo dei media non ci dispiacerebbe, ma noi vogliamo avere la possibilità di indirizzare il nostro progetto paneuropeo”.

In altri termini, alla fine delle due Opa, i due gruppi potrebbero mettersi d’accordo. Ma per Berlusconi, che ha ancora in mente lo scherzetto che il gruppo Vivendi gli ha giocato nove anni fa, provando a scalare il gruppo, un socio deve essere esclusivamente finanziario: “Nei casi di collaborazione che ho sperimentato si va in difficoltà. Si può essere soci anche paritetici, ma un progetto industriale così ambizioso devi farlo in autonomia”. In ogni caso per Mfe non ci potranno essere compromessi rispetto al progetto industriale: “Così non si può andare avanti”, dice con riferimento alle performanca scadenti del gruppo tedesco.

La partita a scacchi continuerà ancora per un mese. Ma pochi scommettono che finirà il 13 agosto. Di sicuro, aggiunge Berlusconi, “il prezzo che, nel caso di rialzo dobbiamo decidere, sarà il prezzo più alto che siamo disposti a pagare e il prezzo giusto al quale siamo disposti a vendere”. Come a dire che Mfe non è disposta a svenarsi: “Se capiamo che l’operazione Prosieben costa troppo, cambiamo strada, ma certo non saremo rinunciatari. Noi vogliamo il nostro progetto paneuropeo”.

Un progetto che in Italia funziona bene: nel primo semestre la raccolta pubblicitaria del gruppo con tutti i mezzi

– comprese radio, web e altro – è in crescita del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2024 (la sola tv aumenta dell’1,5%). “Facciamo meglio del mercato e cresciamo di quota dello 0,5% come gruppo”, conclude Berlusconi.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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