Antonio Filosa (nella foto), che dal 23 giugno sarà il nuovo ceo di Stellantis, manterrà come base il suo ufficio di Auburn Hills, nel Michigan, nell’ex sede di Chrysler ed Fca. Lì, infatti, risiede la sua famiglia. Quindi, non sono previsti traslochi né a Torino né a Parigi), quartier generale dell’ex ceo, il portoghese Carlos Tavares. Per Filosa, dunque, restare negli Usa è una questione personale, considerando anche che, quello americano, è il mercato più importante del gruppo in termini di profitti (l’Europa lo è come volumi).
Una situazione, quella Oltreoceano, che la gestione Tavares aveva portato a duri scontri con il sindacato Uaw, a pesanti scorte di veicoli nelle concessionarie e a un forte calo delle vendite: -15% nel 2024. Tutti problemi che Filosa, come capo di quel mercato, sta gradualmente portando alla normalizzazione.
Filosa, a questo punto, seguirà l’esempio del suo «maestro» Sergio Marchionne che, all’epoca di Fca, si divideva soprattutto fra Torino e Detroit. Da parte sua, il futuro ceo di Stellantis farà altrettanto, in senso inverso (anche con Parigi, in questo caso) tenendo ben presente la globalità di un gruppo la cui sede ufficiale è radicata ad Amsterdam, in Olanda.
L’auspicio, visto il continuo stato di allarme rosso in cui versa Stellantis in Italia, è che Filosa mantenga un contatto diretto costante con il suo Paese, le istituzioni, i sindacati e la forza lavoro. La strategia di scarsa considerazione della Penisola e dei suoi marchi iconici, adottata da Tavares, le cui conseguenze si toccano con mano, dovrà essere al più presto cancellata. Filosa, intanto, sarà pagato in dollari e, secondo le previsioni, riceverà 1,8 milioni di dollari (1,6 milioni di euro) di compenso base, più i bonus. Secondo indiscrezioni, il totale potrà arrivare a circa 23 milioni nel 2028.
Novità dalla holding Exor, di cui è ceo John Elkann, presidente sia di Stellantis sia di Ferrari. Ricordate la decisione, presa in febbraio, di cedere il 4% del Cavallino rampante e di investire il ricavato (3 miliardi) in nuove opportunità? Ebbene, nessuna iniezione di capitali in una ipotetica inglobazione di Maserati, marchio in piena crisi e il cui rilancio è in cima alle priorità di Filosa, come qualcuno aveva azzardato. Nel mirino di Elkann, invece, c’è un business in Europa oppure negli Stati Uniti in una realtà che capitalizzi almeno 20 miliardi.
A darne notizia è l’agenzia Bloomberg che ha intervistato Guido De Boer, cfo di Exor, il quale pone come modello di business l’acquisizione (2,6 i miliardi investiti) di una quota del 15% in Philips, multinazionale leader nel settore della salute e della tecnologia. Partecipazione che, nel frattempo, è salita al 19 percento. «Cerchiamo – spiega De Boer – aziende sottovalutate che, come Philips, abbiano bisogno di stabilità e in cui possiamo agire come investitore di lungo periodo, apportando la nostra esperienza nella produzione industriale e nella logistica. Ecco perché abbiamo escluso le aziende farmaceutiche. Philips ci ha dato visibilità nei Paesi Bassi.
Ci vengono proposte opportunità d’investimento».
Infine, un messaggio all’Italia: «Exor rimarrà ad Amsterdam. Le regole sono stabili, il mercato azionario è internazionale e se Exor dovesse scegliere di nuovo, sceglierebbe ancora Amsterdam».