Il Fondo Monetario Internazionale promuove l’Italia sul fronte del risanamento dei conti pubblici, ma non risparmia le consuete raccomandazioni su riforme strutturali, crescita e giustizia fiscale. Il messaggio arriva al termine della missione annuale degli ispettori nell’ambito delle consultazioni ex articolo IV, svoltesi tra il 14 e il 28 maggio.
Deficit dimezzato e saldo primario positivo
Il punto di partenza è positivo: nel 2024 il disavanzo nominale si è dimezzato e il saldo primario è tornato in attivo, grazie soprattutto al miglioramento dell’adempimento fiscale e a un mercato del lavoro robusto. “Un segnale incoraggiante”, lo definisce il Fondo, che invita il governo a proseguire su questa strada, puntando a un avanzo primario del 3% del Pil entro il 2027, per mettere il debito pubblico su una traiettoria decisamente discendente.
Crescita debole, demografia sfavorevole, disparità persistenti
Ma l’altra faccia della medaglia resta invariata: la crescita economica italiana rimane modesta (0,7% nel 2024, 0,4% atteso nel 2025) e strutturalmente frenata dalla scarsa produttività, dalle disparità regionali e dall’invecchiamento della popolazione. La partecipazione femminile al mercato del lavoro resta ben sotto la media europea, mentre il Sud continua a registrare tassi di inattività molto più alti del Nord.
Flat tax, catasto, incentivi: le (note) ricette del Fondo
Come da tradizione, il Fmi accompagna l’analisi con un set di raccomandazioni. Tra le principali:
Abolire la flat tax per gli autonomi, giudicata iniqua e dannosa per le entrate.
Aggiornare i valori catastali degli immobili, per aumentare il gettito e assicurare equità fiscale.
Razionalizzare le spese fiscali, per semplificare il sistema e ampliare la base imponibile.
Sostituire i sussidi alle assunzioni con misure orientate alla produttività, vista la solidità del mercato del lavoro.
In sostanza, un’agenda che propone uno spostamento del carico fiscale dal lavoro ai patrimoni, con l’obiettivo dichiarato di maggiore equità ed efficienza, ma che rischia di produrre effetti distorsivi sulla crescita e su mercati sensibili come quello immobiliare. L’ampliamento della base imponibile, del resto, è già al centro delle politiche anti-evasione del governo. Quanto alla flat tax per gli autonomi, pur creando una soglia psicologica a 85mila euro, ha sostenuto molte attività produttive e professioni ad alta intensità di lavoro.
Sistema finanziario solido ma esposto al debito pubblico
Il rapporto dedica attenzione anche al settore finanziario, che viene definito “ben capitalizzato e liquido”, ma non privo di rischi. Restano le vulnerabilità legate all’esposizione delle banche ai titoli di Stato italiani, e il Fmi invita a rafforzare la vigilanza, specie nei confronti degli istituti minori. Positivo, invece, il giudizio sul piano di ispezioni in corso da parte della Banca d’Italia.
Pnrr decisivo, ma serve accelerare
Infine, il Pnrr. Gli investimenti sostenuti dal piano europeo hanno contribuito alla crescita del 2024, ma la loro efficacia dipenderà — ammonisce il Fondo — dalla tempestività e dalla qualità dell’attuazione. Una piena implementazione potrà fornire un sostegno nel breve periodo e, accompagnata da un secondo ciclo di riforme, rafforzare la crescita nel medio termine.
Una sostanziale promozione, ma anche le solite ricette
L’Italia riceve dal Fmi un incoraggiamento misurato: promossa per il miglioramento dei conti, ma ancora sotto esame per tutto il resto.
Le ricette, come spesso accade, non cambiano: più equità nel fisco, meno spesa inefficiente, riforme strutturali e un’accelerazione nell’attuazione del Pnrr. L’asticella resta alta, e il tempo — soprattutto sul fronte demografico — non gioca a favore.