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Flessibilità, giovani e inclusione: cosa prevede il piano pensioni Inps per il 2030

L’Istituto nazionale di previdenza sociale si prepara a imprimere una svolta nella discussione sulle pensioni. Non si tratta più solo di gestire l’eredità di misure transitorie, ma di disegnare un assetto stabile e proiettato al futuro. Il cantiere è aperto, e il progetto ha già un nome: Libro Bianco Pensioni 2030. L’annuncio è arrivato dalla direttrice generale dell’Inps, Valeria Vittimberga, che ha descritto il documento come un’iniziativa aperta al confronto con imprese, parti sociali e terzo settore. L’obiettivo? Costruire un sistema previdenziale più dinamico, inclusivo e sostenibile.

Il tramonto delle formule temporanee

Le misure che negli ultimi anni hanno permesso di anticipare l’uscita dal lavoro si avviano al capolinea. Quota 103, così come l’attuale configurazione di Opzione Donna e dell’Ape Sociale, potrebbero non sopravvivere oltre il 2025. La loro proroga, in un quadro di finanza pubblica già teso, sembra improbabile. Resta sul tavolo anche la questione dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, che comporterebbe uno scatto di tre mesi a partire dal 2027. Il governo valuta la possibilità di sospendere l’aumento, ma la scelta richiederà coperture finanziarie concrete.

Una nuova rotta per le uscite flessibili

Con il possibile tramonto delle misure straordinarie, si affaccia una nuova ipotesi: permettere l’accesso alla pensione a 64 anni per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 e ha almeno 25 anni di contributi. È una via già tracciata dall’ultima legge di bilancio, ma attualmente riservata ai lavoratori con carriera interamente contributiva. Per accedervi, l’assegno mensile deve superare una certa soglia – oggi pari a tre volte l’importo dell’assegno sociale – anche attraverso il supporto della previdenza integrativa. Dal 2030, i requisiti diventeranno più rigidi: serviranno 30 anni di versamenti e un assegno superiore a 3,2 volte quello sociale. Tra le ipotesi sul tavolo, c’è la possibilità di ampliare questo canale anche ai lavoratori con contribuzione “mista”, rendendolo più accessibile e flessibile.

Il baricentro si sposta sulle nuove generazioni

L’Inps punta ad affrontare le fragilità dei lavoratori intermittenti, delle carriere discontinue e dei giovani, oggi penalizzati da prospettive previdenziali incerte. Il presidente dell’Istituto, Gabriele Fava, ha sottolineato più volte l’importanza di rafforzare l’occupazione stabile come leva per garantire l’equilibrio del sistema. E non è un caso che il Libro Bianco voglia mettere al centro anche strumenti di tutela per chi ha svolto lavori di cura, attività gravose o ha sperimentato precarietà lavorativa.

Un’agenda per la sostenibilità sociale

La pubblicazione del Libro Bianco Pensioni 2030 è attesa tra settembre e ottobre, in coincidenza con la fase cruciale della legge di bilancio.

L’intento è chiaro: contribuire alla definizione delle prossime politiche previdenziali non solo dal punto di vista tecnico, ma con un respiro sociale e culturale. “L’Inps – ha spiegato Vittimberga – vuole essere il motore di una trasformazione che metta al centro la sostenibilità sociale, aprendo la strada a una nuova cultura della previdenza“.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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