Acquistavano Ferrari danneggiate, le riparavano con pezzi originali e poi le rivendevano tanto in Italia quanto all’estero spacciandole per vetture fiammanti e incassando quindi cifre desisamente superiori rispetto al loro reale valore: sono quattro i presunti autori della truffa che risultano ora indagati a vario titolo per i reati di riciclaggio e frode in commercio.
A mettere la parola fine sulla frode sono stati gli uomini della polizia di Stato di Vicenza, che nelle prime ore della giornata di oggi, martedì 20 maggio, hanno fatto scattare delle perquisizioni domiciliari e personali nei riguardi di quattro persone residenti nei comuni di Costabissara, Vicenza, Castegnero e Padova.
Il blitz odierno è scattato dopo una lunga indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Vicenza: grazie al lavoro svolto sul campo dagli agenti della squadra mobile della locale Questura, è stato possibile ricostruire un complesso e consolidato sistema fraudolento. Tre delle quattro persone finite sul registro degli indagati si occupavano, ognuno col proprio ruolo, di rivendere nel territorio nazionale italiano e all’estero delle Ferrari in precedenza acquistate come incidentate o danneggiate ma poi riparate e piazzate sul mercato come se fossero perfettamente intatte: i finti bolidi “fiammanti” garantivano ai truffatori un guadagno decisamente superiore.
Il modus operandi seguito dai quattro presunti responsabili prevedeva pertanto anche la riparazione delle auto di lusso: ma come riuscivano a fare in modo che il danno non risultasse percepibile? Il sistema prevedeva la sostituzione delle parti danneggiate con pezzi originali Ferrari, che gli indagati, anche in questo caso ciascuno con il proprio copione da recitare, riuscivano a sottrarre direttamente dalla linea di produzione della casa madre.
Così facendo, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, era possibile
intervenire sul mezzo in modo appropriato e senza destare sospetti nei potenziali acquirenti oltre che ostacolare “la ricostruzione della loro provenienza ed evitando anche la revisione straordinaria del veicolo”.