“È stato concluso l’accordo con la Cina”: questo l’annuncio di . L’, ha aggiunto il presidente americano, dovrà essere sottoposta “all’approvazione definitiva” da parte sua e del presidente Xi Jinping. In base a quanto previsto, tutti i magneti e le terre rare necessarie saranno forniti in anticipo da Pechino. “Allo stesso modo noi daremo alla Cina quanto concordato” ha sottolineato il tycoon, incluso il permesso agli studenti cinesi di frequentare college e università americane.
Entrando nel dettaglio della fumata bianca, i dazi concordati tra Usa e Cina resteranno ai livelli stabiliti nell’accordo firmato a Ginevra. Come evidenziato dal Wall Street Journal, le tariffe cinesi sono fissate al 10 per cento, mentre quelle Usa al 55 per cento: il calcolo si basa sul 30 per cento fissato da Trump nel suo secondo mandato (20 per cento per la responsabilità nel traffico di fentanyl e 10 per cento come per tariffa base applicata a tutti i Paesi) sommato ai dazi già imposti durante il primo mandato alla Casa Bianca.
Cosa prevede l’accordo sui dazi
Pechino è affamata di semiconduttori avanzati per accelerare il suo sviluppo tecnologico e l’AI, mentre Washington dipende dai minerali critici cinesi per molte industrie, basti pensare quella automobilistica che è un tassello essenziale nel piano di Trump per rilanciare la potenza manifatturiera americana. Secondo quanto riportato dal Wsj, la Cina imporrà un limite di sei mesi alle licenze di esportazione di terre rare per le case automobilistiche e i produttori statunitensi, conservando un margine di manovra nel caso le tensioni commerciali con Washington dovessero riaccendersi e aumentando al contempo l’incertezza per l’industria americana. Ricordiamo che Pechino è leader indiscusso di minerali critici a livello mondiale producendone circa il 60 per cento della fornitura globale e lavorandone quasi il 90 per cento.
Gli Stati Uniti, invece, si impegnano a rimuovere alcune delle restrizioni alle esportazioni. “Non invieremo alla Cina i nostri migliori chip“, ha precisato però il segretario al commercio Usa Howard Lutnick.
I negoziatori di Washington hanno promesso l’allentamento anche sulla vendita di prodotti come motori a reazione e componenti correlati, nonché etano, un componente del gas naturale importante nella produzione di materie plastiche.
Sono attese ulteriori conferme a stretto giro di posta. Secondo quanto filtra, la Cina ha intenzione di mantenere il controllo sulla fornitura di queste materie prime critiche per i futuri negoziati.