Massimo D’Alema ha un gran fiuto per gli affari. Lo dimostrano i profitti della sua società di consulenza, la DL&M advisor, che l’ex presidente del consiglio e segretario dei Ds controlla al 100% e che ha aperto nel 2019 dopo avere lasciato la vita politica attiva.
L’azienda ha come oggetto la «consulenza nell’ambito dei processi di internazionalizzazione» di diversi mercati esteri «per la ricerca e l’attrazione di investimenti di aziende private». Un business proficuo visto che il bilancio 2024 è stato chiuso con 1.578.170 euro di utile in aumento rispetto ai 1.358.662 del 2023 e soprattutto ai 393.807 euro messi da parte nel 2022. Scende, però, il valore della produzione da 2,9 a 2,5 milioni con ricavi a quota 2.497.668 (di cui 1.277.668 realizzati in Italia e 1.220.000 nel Regno Unito). Idem le disponibilità liquide che rispetto al 2023 sono diminuite di ben 1,3 milioni a 62.747 euro.
La voce dei debiti anno su anno è invece salita da 668.835 a 700.359 euro, di cui 660mila verso l’Erario. La DL&M controlla anche le attività vitivinicole gestite dalla famiglia D’Alema, avendo il 15% della Silk Road Wine e il 30% della società agricola La Madeleine dove vengono prodotti i vini creati con la collaborazione del re degli enologi italiani, Riccardo Cotarella.
Non vi sono invece riferimenti all’avventura imprenditoriale di D’Alema in Albania.
Le azioni della società di consulenza fondata a Tirana nel gennaio 2023, la A&I Albania, sono intestate infatti direttamente alla persona fisica dell’ex premier, e non riportano alla catena societaria impiantata in Italia.