Secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio, l’economia italiana continua a mostrare segnali di tenuta e, in alcuni casi, anche di vivacità. Le stime per maggio e giugno indicano una crescita del Pil dello 0,1% su base congiunturale, che porterebbe la variazione annua allo 0,8% nel mese in corso. Sul secondo trimestre nel suo complesso, l’associazione prevede un incremento congiunturale dello 0,4% e un dato tendenziale pari allo 0,9%, trainato in buona parte dai risultati positivi registrati ad aprile.
Se lo scenario attuale non dovesse subire particolari shock, Confcommercio riterrebbe possibile una crescita dell’economia vicina allo 0,8% per l’intero 2025. Tuttavia, permane un elemento di fragilità che rischia di rallentare il passo: i consumi delle famiglie.
Nonostante il buon andamento dell’occupazione, ai massimi storici, e un miglioramento del reddito disponibile, le famiglie italiane continuano a mostrare una scarsa propensione al consumo, evidenziando una difficoltà a instradarsi su un sentiero di crescita consolidato. Un comportamento che, secondo Confcommercio, rappresenta ancora “l’anello debole” della ripresa.
Segnali positivi, ma senza trionfalismi
Confcommercio sottolinea che la previsione di crescita del +0,3% nel primo trimestre del 2025, inizialmente ritenuta ottimistica da alcuni osservatori, si è rivelata realistica. Il secondo trimestre, pur in un contesto di incertezza e tensioni internazionali, ha confermato una ripresa della fiducia da parte di imprese e famiglie, in particolare nel mese di maggio.
Rilevante anche il ritorno in territorio positivo della produzione industriale ad aprile, dopo oltre tre anni di difficoltà. Questo insieme di dati giustifica un atteggiamento prudente ma non pessimista. “Non useremo la formula di stile ‘con prevalenti rischi al ribasso’”, scrive Confcommercio, respingendo un eccesso di cautela.
Inflazione sotto controllo e tassi in calo
Altro elemento positivo è rappresentato dalla stabilizzazione dell’inflazione su valori inferiori al 2%. A giugno i prezzi al consumo registrano una variazione congiunturale dello 0,1%, mantenendo la crescita annua all’1,7%. Un dato che rafforza la percezione di un’inflazione sotto controllo, tanto da spingere la Banca centrale europea ad avviare una fase di allentamento monetario, riportando i tassi ai livelli di fine 2022.
Tuttavia, Confcommercio avverte che le incertezze internazionali, in particolare sul fronte delle politiche commerciali, potrebbero frenare il recupero della fiducia, elemento chiave per sostenere investimenti e consumi nella seconda parte dell’anno.
In sintesi, la
crescita c’è, ma resta fragile. L’inflazione non è più una minaccia imminente, ma il vero nodo da sciogliere rimane quello dei comportamenti delle famiglie, ancora prudenti nonostante le condizioni macroeconomiche migliorate.