Prosegue a buon ritmo il collocamento del nuovo Btp Italia con scadenza 4 giugno 2032, il titolo di Stato indicizzato all’inflazione rivolto ai risparmiatori retail. In soli due giorni di apertura, la raccolta ha già superato i 5,28 miliardi di euro, con 63.946 contratti sottoscritti nella sola seconda giornata (2,14 miliardi), dopo i 3,14 miliardi della prima.
Il titolo offre un rendimento minimo garantito dell’1,85%, che verrà rivalutato ogni sei mesi in base all’inflazione nazionale (indice Foi al netto dei tabacchi). Le cedole semestrali includeranno anche la rivalutazione del capitale per effetto dell’inflazione. È inoltre previsto un premio fedeltà dell’1% per chi manterrà il titolo fino a scadenza. L’offerta resterà aperta ai piccoli risparmiatori fino a oggi, per poi aprirsi agli investitori istituzionali.
Il successo della nuova emissione si inserisce in un quadro finanziario favorevole per il debito italiano (in foto Davide Iacovoni, direttore del dipartimento Mef che se ne occupa). Lo spread Btp-Bund decennale è infatti sceso a 98 punti base, il livello più basso da settembre 2021, segnale di maggiore fiducia da parte dei mercati. Il rendimento del Btp decennale è calato dal 3,59% di martedì al 3,53% di ieri, rafforzando l’appeal dei titoli di Stato italiani rafforzato anche dalla promozione di Moody’s che venerdì scorso ha alzato l’outlook da stabile a positivo sul rating Baa3.
Secondo la maggior parte degli analisti, il calo dello spread riflette la stabilità politica interna, il miglioramento dei conti pubblici e la buona risposta del mercato alla raccolta, in un contesto in cui si prevede anche un taglio dei tassi da parte della Bce entro l’estate. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ieri ha sottolineato che «in un contesto come quello che stiamo vivendo» è fondamentale il giudizio dei risparmiatori «che continuano ad avere fiducia nella Repubblica e continuano a sottoscrivere il nostro debito». Non a caso, dopo la promozione di Moody’s, aveva evidenziato come le rating action sono il «frutto di un lavoro serio e silenzioso». Ieri il ministro ha partecipato al dibattito nell’Aula del Senato sulla riforma della legge di contabilità e sugli strumenti del ciclo di bilancio. Giorgetti, ha dato l’ok alla sola mozione di maggioranza che, tra le altre cose, chiede di «garantire adeguati strumenti di flessibilità per la gestione delle risorse in corso d’anno».
Il Btp Italia, in ogni caso, resta un’alternativa interessante ai titoli nominali, soprattutto in un contesto di inflazione moderata, dove il costo della protezione è contenuto. Il confronto storico è quello con l’emissione dell’ottobre 2019 che ha garantito un rendimento annuo del 3,21%, ben superiore allo 0,20% dei titoli fissi. Tuttavia, emissioni più recenti, come quella del novembre 2022, hanno avuto performance simili ai Btp nominali.
Rispetto ai Btpi legati all’inflazione europea, i Btp Italia offrono vantaggi in termini
di flussi regolari semestrali, mentre gli altri titoli pagano la rivalutazione solo alla scadenza. Per chi cerca protezione dall’inflazione e rendimenti periodici, il nuovo Btp Italia rappresenta una soluzione flessibile.