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Bilancio Pirelli approvato anche senza l’ok Sinochem


Le tensioni col socio cinese, la cui maggioranza ingombrante mette a rischio gli investimenti sugli pneumatici intelligenti negli Usa, non hanno guastato l’assemblea di Pirelli. Sinochem ha votato contro (come aveva fatto anche per la trimestrale) ma il bilancio del gruppo della Bicocca è stato approvato lo stesso. Pur con una quota del 37% l’azionista cinese non ha, dunque, il controllo dell’assemblea cui ieri è intervenuto circa l’86,27% del capitale avente diritto al voto. Una partecipazione molto alta che ha contribuito a determinare la vittoria del fronte Camfin, la cassaforte del vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera. «Il bilancio passerà, è troppo bello per non farlo passare», aveva già assicurato nei giorni scorsi Tronchetti sottolineando i risultati «straordinari migliori degli ultimi decenni». E ricordando che viste le situazioni geopolitiche le nuove norme americane pongono dei limiti. «Quello che noi stiamo cercando di condividere col socio cinese è che l’azienda prevale su ognuno di noi. In Pirelli lavorano 31mila famiglie», aveva aggiunto.

L’ok al bilancio è arrivato da circa il 57,07% del capitale rappresentato in assemblea mentre ha votato contro il 42,90% che corrisponde alla quota di Marco Polo International Italy, controllata da Sinochem. Proprio da MPI è stata diffusa una nota in cui viene sottolineato che il proprio voto contrario è «esclusivamente dovuto all’informativa sul controllo» e che la holding «non ha alcuna obiezione in merito ai dati contenuti nel bilancio 2024». L’esercizio si era chiuso con un utile netto della capogruppo di 302 milioni e un utile consolidato di 501,1 milioni. All’unanimità ieri è stata invece deliberata la distribuzione di una cedola di 0,25 euro per azione pari a un monte dividendi di 250 milioni al lordo delle ritenute di legge. Il dividendo sarà posto in pagamento il prossimo 25 giugno (con data di stacco cedola 23 giugno e record date il 24 giugno). I cinesi di Sinochem hanno, inoltre, scelto di votare a favore sui punti all’ordine del giorno sul fronte della remunerazione e sul piano di incentivazione 2025-2027.

Nel frattempo, a Palazzo Chigi serve più tempo per approfondire il caso Pirelli e, in attesa di chiarimenti da parte del socio cinese, ha rinviato ogni giudizio sulle presunte violazioni del Golden power da parte di Sinochem. Secondo Bloomberg, sarebbe stata prorogata di 60 giorni, fino al 31 luglio, la scadenza per il provvedimento sulle eventuali non applicazioni delle norme volte a limitare l’influenza della Cina sul produttore di pneumatici italiano. La proroga, scrive l’agenzia americana, scaturisce dalla «notevole quantità di informazioni raccolte» che «richiede un’attenta valutazione».

Una riflessione che era stata anticipata nei giorni scorsi dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dopo l’appello a difendere l’azienda lanciato dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. «Ci vuole ancora un po’ di tempo, abbiamo deciso un rinvio» in comitato Golden power, «vediamo come si evolve la situazione», aveva detto Tajani il 4 giugno.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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