in

“Basta parole, sui dazi accordo subito Ue-Usa”

C’è ottimismo sui mercati per il raggiungimento di un accordo tra Washington e Bruxelles. A Piazza Affari il Ftse Mib ha guadagnato l’1,6% a 40.821 punti, dopo aver toccato un nuovo massimo da ottobre 2007. A sua volta Francoforte ha segnato un rialzo dell’1,4%, Parigi dell’1,4%. Fuori dall’Eurozona, Londra è invece salita dello 0,15 per cento.

C’è tempo fino al 1 agosto per chiudere la trattativa e i contatti tra le due sponde dell’Atlantico vanno avanti. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen (in foto), ieri ha sottolineato che l’Europa preferisce «una soluzione negoziata», pur preparandosi «a tutti gli scenari». Anche il commissario al Commercio Maros Sefcovic ha ribadito che trovare un accordo con gli Usa è la priorità. In un intervento davanti alla plenaria del Parlamento europeo, a Strasburgo, ha sottolineato che le trattative stanno continuando con «discussioni costruttive», «buoni progressi» e l’obiettivo di arrivare a una «dichiarazione congiunta» o a un «accordo di principio». Che, comunque, non sarebbe la fine, ma «il principio di un nuovo inizio», perché fornirebbe «un quadro su cui continuare a costruire» gli accordi successivi, ovvero per aprire la strada a «un futuro accordo commerciale Ue-Usa a pieno titolo», ha spiegato Sefcovic. Aggiungendo che il 99% dei settori industriali chiede «soluzioni negoziate». Proprio ieri il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e il presidente degli industriali francesi (Medef), Patrick Martin, hanno firmato un «appello congiunto all’azione» perché «l’Europa sta vacillando, le sue fabbriche chiudono, le sue bollette energetiche aumentano. La sua voce si affievolisce. Il suo peso geopolitico si riduce. In un mondo segnato dagli choc geopolitici, l’indecisione rappresenta la minaccia più grave. L’Europa deve scegliere: competere o declinare». Anche nella guerra dei dazi, aggiungono, «il commercio è potere. Va usato». A Berlino, intanto, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha affermato davanti al Bundestag di nutrire un «un cauto ottimismo» sul fatto che si possa arrivare «nei prossimi giorni, o entro la fine del mese, a un accordo con gli Usa» che sarà possibile «soltanto se gli Stati europei collaboreranno in modo stretto fra loro. La Germania da sola non potrà ottenere nulla», ha concluso.

In attesa della lettera alla Ue (che «è un accordo», Trump dixit), il Financial Times ieri ha però scritto che l’Unione europea si ritroverà con dazi più elevati rispetto a quelli concordati dagli Stati Uniti con la Gran Bretagna. Secondo l’FT, Bruxelles è pronta a siglare «un’intesa quadro temporanea» che fissi le «tariffe reciproche» al 10% ma la Ue «non si aspetta di ottenere lo stesso accesso al mercato americano dell’acciaio, delle automobili e di altri prodotti britannici soggetti a dazi settoriali».

Nel frattempo, il presidente Usa ha inviato una nuova serie di lettere a sei Paesi annunciando i dazi aggiuntivi che verranno applicati ai loro prodotti in entrata negli Stati Uniti. Le sei nazioni interessate sono Algeria, Sultanato del Brunei, Iraq, Libia, Moldavia e Filippine.

Per la maggior parte, il sovrapprezzo è più o meno lo stesso di quello annunciato dal governo statunitense all’inizio di aprile. Nelle missive Trump assicura che qualsiasi ritorsione «sarà punita» con un sovrapprezzo aggiuntivo della stessa entità.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


Tagcloud:

Il gruppo Acea in cima al podio nel settore idrico

Ferrero vuole Kellogg. Affare da tre miliardi