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Azimut ad alzo zero su Assogestioni


La lista di minoranza per i cda delle società quotate presentata da Assogestioni non ha creato scompiglio soltanto a Trieste, dove il 24 aprile si terrà l’assemblea sul rinnovo della governance delle Generali. Per motivi assai diversi, l’elenco di candidati dei fondi non è andato giù a Pietro Giuliani, presidente e fondatore di Azimut Holding che riunirà i soci il 30 aprile. Per il board di Azimut il comitato dei gestori di Assogestioni ha proposto quattro nomi e altrettanti sono i candidati per il collegio sindacale. Il capolista per il cda è Vincenzo Delle Femmine, generale della Guardia di Finanza, attualmente presidente di Fintecna nonché ex vicedirettore dell’Aisi (l’Agenzia di informazioni e sicurezza interna). Qualcosa pù di un semplice sceriffo, insomma. Giuliani però non contesta i curriculum, «non siamo dei banditi e gli sceriffi non ci spaventano anzi ci sentiamo tutelati» dice al Giornale, ma il numero dei candidati è inaccettabile. «La lista Assogestioni sembra essere una vendetta provocata dall’uscita dall’associazione delle società appartenenti al gruppo Azimut di alcuni anni fa. Il non rispetto dello Statuto della società, che assegna all’eventuale lista di minoranza un posto di consigliere in seno al cda, ma la presentazione di una lista di quattro consiglieri che potrebbero essere eletti solo se la lista ottenesse la maggioranza dei voti in assemblea, avvalora questa tesi. Si sta cercando di attuare ciò che, in politica, vengono definiti giochi di palazzo, dove si vuole esprimere il 40% del cda con appena l’1,7% del capitale. Confido che il 98,3% del capitale della società che ancora ho l’onore di presiedere, e che tutti coloro che possano influenzare il suo voto, non sottovalutino l’importanza di dare fiducia, votando la lista del cda presentata da oltre 2.000 colleghi che lavorano nella società. Questi colleghi, che rappresentano circa il 22% del capitale, risulterebbero demotivati e confusi nel vedere prevalere in assemblea una lista di persone, rappresentanti l’1,7%, presentata da un’associazione alla quale abbiamo la fortuna di non appartenere più. Difficilmente riuscirei a non tenere conto di quello che considererei un gesto di sfiducia da parte della maggioranza degli azionisti», spiega Giuliani. Ricordando anche che nei circa 20 anni dalla quotazione, Azimut ha fatto guadagnare ai suoi azionisti 15 volte il capitale investito e che, con una presenza diretta in 19 Paesi, gestisce masse totali per circa 110 miliardi, di cui la metà appartiene a clientela estera. «Questo dà un respiro internazionale alla società con vantaggi per i suoi clienti e azionisti. Non votare la lista presentata dal patto di sindacato vuol dire non apprezzare questi numeri, mortificando chi, con passione e dedizione, ha contributo a realizzarli», aggiunge il fondatore di Azimut.

La lista presentata per il cda di Azimut è stata l’ultima composta da Assogestioni sotto la presidenza di Carlo Trabattoni perché ieri l’assemblea dell’associazione ha nominato all’unanimità Maria Luisa Gota, ad di Eurizon e responsabile della divisione Asset Management di Intesa Sanpaolo. Eletti anche i tre vicepresidenti: lo stesso Trabattoni, Giovanni Sandri (Blackrock) e Cinzia Tagliabue (Amundi).

Intanto, una fonte vicine ad Assogestioni in serata ha respinto le accuse che la

associano a cosiddetti giochi di palazzo sottolineando che «le liste sono dei gestori, elencati con chiarezza e trasparenza, e non di Assogestioni» quindi «ogni accostamento è inopportuno, oltre che privo di fondamento».


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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