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Al via il nuovo Btp Italia: la cedola parte dall’1,85%


Il Btp Italia si ripresenta ai nastri di partenza dopo la promozione di Roma da parte Moody’s, una delle principali agenzie di rating americane che ha alzato a «positivo» le prospettive sul debito italiano (ieri lo spread tra Btp decennale e Bund tedeschi ha chiuso stabile a 102 punti dopo una punta iniziale a quota 97). Il ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, ieri ha comunicato che la cedola (reale) annua minima della ventesima emissione del Btp Italia, in collocamento da oggi, è fissata all’1,85 per cento. La cedola definitiva però sarà stabilità venerdì, all’apertura della quarta giornata di emissione, e potrà essere confermata o rivista al rialzo. Il titolo settennale, con godimento 4 giugno 2025 e scadenza 4 giugno 2032, è indicizzato al tasso di inflazione italiana (Indice Foi, senza tabacchi – Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi), con cedole corrisposte ogni sei mesi insieme alla rivalutazione del capitale per effetto dell’inflazione dello stesso semestre.

La prima fase del periodo di collocamento sarà dedicata a risparmiatori individuali ed affini e si svolgerà a partire da oggi fino a giovedì, salvo chiusura anticipata. Il codice ISIN del titolo per questa prima fase è IT0005648248. Il numero indice dell’inflazione calcolato alla data di godimento e regolamento del titolo è 121,39000. Per coloro che sottoscriveranno il titolo in questa fase e lo deterranno fino a scadenza del 4 giugno 2032», spiega il ministero dell’Economia, «è inoltre previsto un premio fedeltà all’1% del capitale investito. La sottoscrizione potrà avvenire in banca (anche dall’home banking) o all’ufficio postale. La seconda fase, invece, sarà dedicata agli investitori istituzionali e si terrà nella giornata di venerdì dalle 10 alle 12.

L’ultima edizione del Btp Italia, avvenuta oltre due anni fa, si era conclusa con una raccolta di quasi 10 miliardi.

Era tuttavia un mondo con un tasso d’inflazione (+7,6% a marzo 2023) più elevato di quello odierno che, invece, galleggia intorno all’obiettivo del 2 per cento. A renderlo interessante, però, potrebbero essere le possibili fiammate inflattive riconducibili all’entrata in vigore di potenziali dazi in risposta a quelli imposti dall’amministrazione Usa guidata da .


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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