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Terzo mandato, la Lega ripresenta emendamento e il Governo si rimette all’Aula

I punti chiave

2′ di lettura

Come annunciato, la Lega ripresenta in Aula al Senato l’emendamento al dl Elezioni, già bocciato in commissione, sul terzo mandato. Il testo propone di modificare le norme che regolano l’ineleggibilità, consentendo tre mandati consecutivi per i presidenti di Regioni “con riferimento ai mandati successivi alle elezioni effettuate dopo la data di entrata in vigore delle leggi regionali di attuazione”. L’emendamento sul terzo mandato è firmato dai senatori leghisti Tosato, Bizzotto, Stefani, Pirovano, Spelgatti.

Il governo si rimette all’Aula

L’emendamento presentato dalla Lega non trova d’accordo gli altri alleati della maggioranza: Fratelli d’Italia e Forza Italia. E il governo, secondo quanto si apprende, si rimetterà all’Aula in Senato sul correttivo leghista. L’esecutivo tenne la stesse linea in commissione qualche settimana fa quando l’emendamento fu alla fine bocciato.

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Pd presenta odg in Senato: confronto con Regioni e Anci

Il Pd nel frattempo ha depositato in Senato un ordine del giorno al decreto Elezioni sul terzo mandato. L’odg, a prima firma del capogruppo Francesco Boccia, impegna il governo ad avviare, in raccordo con il Parlamento, con la Conferenza delle regioni e con l’Anci, secondo una logica di “ampia condivisione e collaborazione”, un percorso di riforma per superare “le criticità” emerse negli anni e a “migliorare la capacità rappresentativa e di governo” di Comuni e Regioni. In tale sede andrà affrontata “anche la questione della ridefinizione del numero dei mandati consecutivi degli organi di vertice degli enti territoriali, del rafforzamento dei ’temperamenti di sistema’ e del ruolo e della funzione delle assemblee elettive”. Il Pd rileva che il decreto Elezioni, “destinato a dettare disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell’anno 2024”, non è la sede per la disciplina del numero dei mandati elettivi che possono essere ricoperti dai sindaci, “si tratta, infatti, di una modifica che – incidendo in modo strutturale e sistematico sull’ordinamento di una grandissima parte dei comuni italiani e sul loro sistema – dovrebbe trovare collocazione nel quadro di una comprensiva revisione dell’ordinamento degli enti locali e della disciplina del loro sistema di governo” e, per le regioni, “della legislazione quadro adottata ai sensi dell’articolo 122 della Costituzione”.

Lega: via ballottaggio, sindaco eletto a primo turno se supera 40%

La Lega ha depositato in Senato anche un emendamento sull’elezione dei sindaci nei Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti, prevedendo che il ballottaggio scatti solo se una coalizione non raggiunge al primo turno almeno il 40% dei voti. Chiede di sostituire il comma 4 dell’articolo 72 del testo unico sugli enti locali (”è proclamato eletto sindaco il candidato alla carica che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi”), prevedendo che è proclamato “eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti validi, a condizione che abbia conseguito almeno il 40 per cento dei voti validi. Qualora due candidati abbiano entrambi conseguito un risultato pari o superiore al 40 per cento dei voti validi, e` proclamato eletto sindaco il candidato che abbia conseguito il maggior numero di voti validi. In caso di parità di voti, e` proclamato eletto sindaco il candidato collegato con la lista o con il gruppo di liste per l’elezione del consiglio comunale che ha conseguito la maggiore cifra elettorale complessiva. A parità di cifra elettorale, è proclamato eletto sindaco il candidato più anziano di età”.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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