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Proseguono le schermaglie in maggioranza sulla legge di cittadinanza. Al muro della Lega sullo Ius Scholae, si aggiunge quello alzato da Fratelli d’Italia. Al Meeting di Rimini, il presidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini ribadisce la linea di Giorgia Meloni, già filtrata da Palazzo Chigi: modificare la legge non è la priorità, le cose da fare sono altre. Poi, è lo stesso leader della Lega a voler cementare la barriera, nel tentativo di spegnere e isolare gli entusiasmi degli azzurri. «Sto messaggiando con Meloni anche nelle ultime ore – rivela Matteo Salvini – il momento è complicato: il nostro obiettivo non è lo Ius Soli, ma stipendi e pensioni».
La chiusura di FdI
Strattone che in Forza Italia finisce per creare mal di pancia e divisioni interne proprio sul cavallo di battaglia che nelle ultime settimane ha creato non poche tensioni alla maggioranza. Tra gli stand della Fiera di Rimini, è Procaccini a riaffermare la posizione espressa già dal ministro di FdI Francesco Lollobrigida: «una legge sulla cittadinanza c’è già». Fino ai giorni scorsi, FdI aveva sottolineato come lo Ius Scholae non fosse nel programma di governo. Il presidente del gruppo Ecr, però, fa un passo in più. «Non credo che sia giusto per il Parlamento – rilancia – occuparsi di un tema come la cittadinanza, perché credo che il Parlamento sia impegnato nella realizzazione di un programma elettorale». Insomma, nell’esecutivo, così come nelle Aule parlamentari, FdI sembra lasciare pochi spazi. «Lavoro, economia, abbattimento del cuneo fiscale, natalità sono le priorità chieste dagli italiani», aggiunge Procaccini. Conferma il capogruppo alla Camera di FdI Tommaso Foti: «Ai nastri di partenza, dopo la pausa estiva, due disegni di legge del governo, sicurezza e lavoro».
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Salvini: «Legge che funziona non si cambia»
Poco dopo, Salvini dice di aver parlato di priorità con la stessa premier: «L’obiettivo è alzare gli stipendi, il mio è cancellare la legge Fornero». Il segretario di via Bellerio non rinuncia a quella che ai più suona come una provocazione. «Legge che funziona non si cambia, – dichiara – il problema semmai sarà togliere la cittadinanza a qualcuno che l’ha presa e va in giro per l’Italia a fare casino». Dopo giorni di scontro aperto tra Lega e FI, Salvini torna a punzecchiare gli alleati. Lo Ius scholae «è una priorità per la sinistra ma non lo è né per la Lega, né per il governo, né per il centrodestra», spiega, e «sarebbe delittuoso lasciare spazio alla sinistra». A lanciare l’allerta ci aveva già pensato il capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo, invitando FI a non offrire “sponde” alla sinistra con il rischio di indebolire il governo. Con una manovra difficile alle porte – ragionano fonti di maggioranza – si va assottigliando lo spazio dei partiti per piantare le bandierine e così ciascuno prova a segnare punti, marcando identità forti.
Le divisioni in Forza Italia
La bandiera dello Ius Scholae, issata da Antonio Tajani e sventolata a Rimini, però, ha finito per creare divisioni interne agli stessi azzurri. Da una parte, la vicesegretaria Deborah Bergamini invita gli alleati a non chiudersi nel dogmatismo e a condividere «svolte liberali». «Non è che alcuni dettano l’agenda e altri scrivono, la polifonia delle voci allunga il campo», aggiunge Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato. Dall’altra parte, però, iniziano a manifestarsi malumori. Licia Ronzulli frena lo Ius Scholae, nel merito e nel metodo. Spiega che le priorità sono altre. Citando Berlusconi, afferma che una legge sulla cittadinanza non premia al livello elettorale. E invita a un dibattito interno e non sui giornali. Ascoltando fonti parlamentari, Fi sarà chiamata a superare le sue divisioni a settembre. Quando lavorerà a una proposta sullo Ius Scholae che presenterà in Parlamento. Alcuni, però, di fronte alle chiusure degli alleati, non immaginano una vita lunga per la pdl azzurra. Mentre Enrico Costa, di Azione, ipotizza una prima discussione sul tema già nel contesto del ddl Sicurezza. Mentre si attende la mozione firmata Pd. +Europa, intanto, prepara il quesito referendario.