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Riesumati i corpi dell’ex deputato Matacena e della madre morti a Dubai. Indagata la moglie

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La Procura di Reggio Calabria ha disposto la riesumazione e l’autopsia delle salme di Amedeo Matacena, armatore ed ex parlamentare di Forza Italia morto il 16 settembre 2022 a 59 anni per un infarto mentre era latitante a Dubai dove si era trasferito da tempo per sfuggire alla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, e della madre Raffaella De Carolis, morta anche lei nella città degli Emirati Arabi, due mesi prima del figlio. Nell’inchiesta risulta indagata Maria Pia Tropepi, la seconda moglie dell’ex parlamentare azzurro. L’ipotesi di reato è duplice omicidio.

Lo scontro in famiglia sul destino della salma di Matacena

Subito dopo la morte di Matacena c’era stato uno scontro tra le anime della sua famiglia. Proprio Maria Pia Tropepi, ex modella e medico, sposata da Matacena a Dubai e al tempo in attesa di due gemelli, era intervenuta per replicare ad uno dei due figli di Matacena, il primogenito Athos (avuto dall’armatore dal matrimonio con Chiara Rizzo) aveva chiesto il rientro della salma del padre in Italia. La donna era intervenuta per evidenziare che il desiderio del marito era di essere cremato a Dubai.

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La condanna e la latitanza

Matacena, negli anni vissuti a Dubai dopo la condanna, aveva sempre rifiutato l’etichetta di latitante, definendosi “rifugiato”. I tentativi messi in atto più volte dal ministero della Giustizia di ottenerne l’estradizione in Italia erano andati sempre a vuoto e così Matacena aveva continuato a vivere nel suo rifugio dorato degli Emirati arabi, mantenendo comunque un’attenzione costante alle vicende giudiziarie in cui era coinvolto.

Nato nel 1963 a Catania, Amedeo Gennaro Raniero Matacena era figlio di Amedeo senior (morto nel 2003), fondatore della società “Caronte” per la gestione dei servizi di traghettamento nello Stretto di Messina e già presidente della Reggina calcio. Matacena, in passato, era stato legato all’annunciatrice televisiva Alessandra Canale. Dopo il divorzio dall’ex moglie, Chiara Rizzo, si era da poco risposato con Maria Pia Tropepi, ex modella e medico.

Era stato eletto in Parlamento nel 1994 con Forza Italia e confermato nella carica nel 1996 ma poco tempo dopo era incappato nelle maglie della giustizia con il coinvolgimento in un troncone della maxi inchiesta “Olimpia” nell’ambito della quale gli era stata inflitta la condanna definitiva a cinque anni di reclusione con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, in quanto riconosciuto uomo politico di riferimento delle cosche reggine a salvaguardia dei loro interessi. La pena venne successivamente ridotta dalla stessa Suprema corte a tre anni. Rimase in cella 15 giorni nell’agosto 2013, dopo i quali fu rimesso in libertà.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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