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Il dibattito sulla riforma della legge sulla cittadinanza è ripartito quest’estate. Dopo l’oro alle Olimpiadi della nazionale di volley femminile trascinata tra l’altro da giocatrici simbolo come Paola Egonu e Myriam Sylla, che, ha ricordato il ct Julio Velasco in un’intervista al Corriere della Sera, «sono diventate italiane prima di compiere 18 anni, quando lo sono diventati i loro genitori, altrimenti non avrebbero potuto potuto giocare in Nazionale». I partiti si sono mossi. Ma le proposte di legge presentate dall’opposizione (tra ius scholae e ius soli) per semplificare l’iter di concessione della cittadinanza italiana faticano a farsi strada. E +Europa ha deciso perciò di tentare la strada del referendum mettendo a punto un quesito che chiede di ridurre da 10 a 5 gli anni di soggiorno legale continuativo nel Paese per i maggiorenni per ottenere la cittadinanza italiana, estendibile a quel punto ai figli minori conviventi.
30 settembre termine ultimo per raccogliere le 500mila firme
E ora è corsa contro il tempo per raccogliere le 500mila firme necessarie. Il termine previsto dalla legge per poter indire qualsiasi referendum l’anno successivo è infatti il 30 settembre. «L’obiettivo è difficile – sottolinea il segretario di +Europa Riccardo Magi che ha denunciato come la piattaforma online per la raccolta delle sottoscrizioni sia andata in tilt nella notte per il boom di accessi – ma è a portata di mano per una riforma della legge sulla cittadinanza che farebbe fare un passo avanti al nostro Paese. Serve uno sforzo ulteriore da parte di tutti per raggiungere questo risultato».
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Superate finora le 100mila firme
Sono state superate finora le 100mila firme, con una impennata, raccontano da +Europa, anche grazie a sostenitori d’eccellenza come Julio Velasco, allenatore della nazionale femminile di pallavolo. Ma anche don Luigi Ciotti, Roberto Saviano, il professor Alessandro Barbero, la cantante Levante, il regista Matteo Garrone, l’attore Andrea Pennacchi. Qualche giorno fa è arrivata quella della segretaria Dem Elly Schlein, anche dopo un incontro al Nazareno con associazioni di italiani di seconda generazione. E ad aver sottoscritto sono una serie di sindaci Dem, come Roberto Gualtieri (Roma), Stefano Lo Russo (Torino), Matteo Lepore (Bologna), Sara Funaro (Firenze).
Come funziona la firma digitale
Dati i tempi ristretti il comitato promotore punta tutto sulle firme digitali che bypassano il problema dei banchetti da trovare e soprattutto i tempi a volte lunghi dei certificati di iscrizione alle liste elettorali dei firmatari che gli uffici anagrafe devono trasmettere al comitato promotore. Grazie alla piattaforma del governo è possibile infatti autenticare tramite Spid o carta di identità elettronica la firma per sottoscrivere il quesito referendario. Firma poi certificata in collegamento automatico con l’anagrafe nazionale dei residenti. Tempo per l’operazione: non più di due minuti.
Cosa chiede il referendum
Sulla pagina del comitato promotore si spiega che ai fini della concessione della cittadinanza, oltre alla residenza ininterrotta in Italia (che questo referendum propone di ridurre a 5 anni) «resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica». E che in Italia «le persone in possesso di questi requisiti che potrebbero beneficiare direttamente o indirettamente (figli minori conviventi) dell’intervento proposto sono circa 2,5 milioni».