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Estendere la possibilità di accedere alla pensione anticipata con la “stampella” della eventuale rendita derivante dalla previdenza complementare anche ai lavoratori in attività prima del 1996. È la prossima mossa sul fronte previdenziale su cui sta lavorando la vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, Tiziana Nisini (Lega), cui si deve l’emendamento alla legge di Bilancio 2025 che ha introdotto il nuovo criterio per la pensione anticipa a 64 anni e 25 anni di contributi versati per la pensione integrativa. «La riforma pensionistica è un obiettivo di legislatura», spiega a Parlamento 24, e l’emendamento alla Manovra sulle pensioni anticipate approvato dalla commissione Bilancio il 17 dicembre traccia «le basi per il percorso futuro. Quello che vorremmo fare vorremmo estendere la platea anche ante 96, quindi andare a ricomprendere tutti quei lavoratori che hanno un regime contributivo misto».
Il nuovo canale di accesso alla pensione anticipata, che in prima battuta interesserà, dal prossimo anno, solo i lavoratori “interamente contributivi”, quindi occupati dal 1° gennaio 1996, rispecchia gli sforzi della maggioranza di «mantenere l’attenzione sulla tenuta del sistema pensionistico e sui vincoli di finanza pubblica», sottolinea Nisini, «e segna una strada nuova nel sistema pensionistico italiano». È una misura che ha prospettiva, prosegue, «nel senso che serve proprio per avvicinare anche alla previdenza complementare i giovani lavoratori o anche coloro che lavorano ma che ad oggi non hanno aderito».
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«L’adesione ai fondi pensione si può fare in qualsiasi momento della vita lavorativa, lo possono fare i giovani, lo può fare anche chi già lavora da anni. E aver dato questa possibilità dà un’opzione in più di scelta rispetto a chi vuole andare e vuole andare in pensione a un’età anticipata. Quindi è un qualcosa in più che si va ad aggiungere a quello che c’era prima», ricorda Nisini in un altro passaggio dell’intervista in cui riepiloga requisiti, platea e modalità applicative del nuovo percorso di accesso alla pensione anticipata basato sulla possibilità di utilizzare l’eventuale rendita della pensione integrativa ai fini del raggiungimento della soglia mensile dell’assegno sociale stabilito per l’accesso alla pensione di vecchiaia.