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Patrimoniale parola bipartisan

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La parola patrimoniale ora diventa vocabolo bipartisan. L’ha invocata il governo di centro destra e nazionalista di Michel Barnier in Francia, l’ha enunciata negli effetti senza nominarla il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. L’ha sdoganata e non da oggi Elly Schlein per conto del Pd pur avendo preso le distanze dal disegno immaginato dalla destra (anche se a onor del vero ancora, quel disegno non c’è).

Probabilmente sarà tema da battute e mezze frasi anche all’eurogruppo dove Giorgetti sarà salutato come il ministro di Pontida «che sa chi già fa i sacrifici e sa chi può ancora farne».

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Al di là delle connotazioni della propaganda, il Mef sta studiando forme di sgravio Ires per chi investe o assume, ma soprattutto forme di riallocazione delle agevolazioni fiscali per le imprese, vista anche la disponibilità della Confindustria a rimetterle in gioco in cambio di forme di facilitazione degli investimenti.

Quanto alle banche, il Tesoro sta cercando di concordare con gli stessi istituti forme di anticipazione di cassa di entrare future sempre di tipo fiscale.

Al Governo servono una decina di miliardi: 2 o qualcosa in più arriverà dai tagli ai ministeri 1 forse da quello per gli enti locali, un altro paio potrebbe scaturire dalla riedizione della spending review. Magari arriveranno altre sorprese positive dalle entrare fiscali visto che già sono entrati nelle casse 19,2 miliardi inattesi. Ma non si scappa: il resto saranno i famosi sacrifici di chi li potrà fare. Anche perché l’Europa non fa più sconti.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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