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«Ritengo che tutto quello che facciamo aiuti il centrodestra. Il mio obiettivo è continuare a vincere, e occupare gli spazi che oggi sono lasciati liberi, lo spazio che oggi c’è tra Giorgia Meloni e Elly Schlein. Dico sempre la stessa cosa: Forza Italia deve occupare quello spazio, stiamo lavorando per occupare uno spazio politico che un centrodestra moderno non può lasciare ad altri».
Gli affondi di Tajani dallo ius scholae all’autonomia
Ormai ad Antonio Tajani non lo ferma più nessuno. Non solo lo ius scholae, rilanciato dal Meeting di Rimini proprio mentre l’altro vicepremier Matteo Salvini lo respingeva con gli interessi sempre dalla Fiera della città adriatica («il tema della cittadinanza non è nel programma di governo, la legge che c’è funziona benissimo»). Ma anche l’autonomia differenziata, con la puntualizzazione che prima di qualsiasi trasferimento di materie alle regioni bisogna definire e finanziare tutti Lep, ossia nel tempo del mai.
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Il leader di Forza Italia tra i più applauditi al Meeting di Rimini
D’altra parte basta rievocare le immagini simbolo di questa edizione della kermesse tradizionale di Comunione e liberazione per capire che prima ancora che una svolta politica ai vertici di Forza Italia è stata decisa una svolta comunicativa: da una parte, il leader della Lega Salvini in posa alla guida di un trattore, che a molti ha evocato le ruspe di anni fa; dall’altra lui, Tajani, che prende in braccio una bimba adottata dallo Zambia e lancia il suo partito sulla strada dei diritti. I due non si incrociano tra i padiglioni della Fiera, ma nella kermesse che segna la ripresa della stagione politica si scambiano stilettate a distanza sullo ius scholae, il tema che alla fine si impone e segna tutta la manifestazione. E la comunità di Cl, tradizionalmente vicina al centrodestra, non ha dubbi: sulla legge di cittadinanza preferisce la linea di Fi. Non a caso Tajani è stato tra i leader più applauditi (quando parla di cittadinanza riesce a far battere le mani persino a monsignor Vincenzo Paglia).
Obiettivo: rinforzaree il legame con i cattolici e crescere al centro
In fondo era ed è questo il primo obiettivo di Tajani: rinforzare il legame con il mondo cattolico rivendicando i valori europeisti e cristiani. E per questa via spostarsi verso il centro moderato del campo politico. Una strategia decisa dopo le elezioni europee assieme ai figli di Silvio Berlusconi, Marina e Pier Silvio: il successo inaspettato di Forza Italia con il sorpasso, sia pure di poco, sulla Lega; la decisione della premier Meloni di votare contro la riconferma della popolare Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue (non solo nel Parlamento di Strasburgo ma anche in Consiglio Ue, una prima assoluta per un Paese fondatore come l’Italia); infine il clamoroso fallimento del progetto del Terzo polo per le liti tra Carlo Calenda e Matteo Renzi, con quest’ultimo precipitosamente riavvicinatosi al Pd di Schlein dopo il mancato raggiungimento della soglia del 4% alle europee. Lo spazio politico per crescere al centro, su posizioni moderate ed europeiste, in teoria c’è. L’obiettivo a medio termine è senz’altro quello di riequilibrare i pesi politici interni alla coalizione di centrodestra. A lungo termine, chissà (se il consenso del governo dovesse calare sensibilmente prima delle prossime politiche, se alla fine non si riuscisse a portare a casa l’elezione diretta del premier, se…).