Dopo la battuta della premier sulla sua presenza al vertice informale dei 27 in Ungheria nonostanze l’influenza (“non ho diritti sindacali”) esplode la polemica con la leader Pd. Che attacca: “Si occupi, invece, del salario minimo che ha negato a 3 milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici che non ce la fanno più e non arrivano a fine mese anche se lavorano”. Poi il botta e risposta sulla “sinistra al caviale”
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Scintille tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Questa volta al centro del botta e risposta tra la premier e la segretaria del Pd il tema dei diritti sindacali e quello della precarietà del lavoro. Ad accendere lo scontro il messaggio inviato ieri dalla presidente del Consiglio a un deputato di Fratelli d’Italia, Marco Osnato (ospite in quel momento della trasmissione radiofonica ‘Un giorno da pecora’) in cui Meloni sottolineava di aver partecipato al vertice informale dei 27 in Ungheria nonostante un’influenza con una battuta: “Non avendo particolari diritti sindacali sono a Budapest per il Consiglio europeo a fare il mio lavoro”. La replica della leader dem non si è fatta attendere. “Il clima di scontro e di delegittimazione delle organizzazioni sindacali fomentato dal governo è del tutto inaccettabile”. aveva tuonato, per poi aggiungere: “Da giorni ormai la destra se la prende con Cgil e Uil per aver indetto lo sciopero generale contro la manovra, con un attacco gravissimo al diritto di sciopero garantito dalla Costituzione”, accusando la destra di “un’arroganza e una protervia senza fine, cui oggi si aggiunge la battuta di scherno della presidente Meloni che lamenta di non avere diritti sindacali”.
Meloni: “Noi per i lavoratori meglio della sinistra la caviale”. Schlein: “Si occupi di salario minimo”
“Mi dispiace che anche su questo si riesca a fare una polemica su una cosa completamente inutile, non so cosa si intenda per svilire i diritti sindacali che questo governo difende molto meglio della sinistra al caviale”, ha a sua volta risposto oggi la presidente del Consiglio. “Io di caviale non ne ho mai mangiato, ma nemmeno posso sopportare che i lavoratori vengano purgati con olio di ricino; quindi continueremo a stare al loro fianco. Meloni si occupi, invece, del salario minimo che ha negato a 3 milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici che non ce la fanno più e non arrivano a fine mese anche se lavorano”, ha ribattuto sempre Schlein.
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Landini: “Da Meloni atto di bullismo”
A sostegno della segretaria Pd è intervenuta la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella, che ha parlato di “una battuta banale e sempliciotta di fronte al dramma del lavoro precario e sottopagato”, aggiungendo in tono sarcastico: “Io preferisco il paté di olive, ma meglio il caviale che avere il post umanista multimiliardario Musk come compagno di merenda”. A schierarsi contro Meloni anche Maurizio Landini, segretario della Cgil, che ha definito il commento della premier un “atto di bullismo” e ha evidenziato come, per chi guida il governo, sarebbe meglio ponderare le parole: “È un attacco a chi quei diritti lì ogni giorno li vede messi in discussione”. Landini ha inoltre rilanciato l’idea di una “rivolta sociale”, sottolineando l’inaccettabilità delle diseguaglianze sociali esistenti.
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Calenda: “Landini faccia pace col cervello”
In soccorso della premier è arrivato il leader di Azione, Carlo Calenda, che ha criticato duramente Landini, affermando che il segretario della Cgil dovrebbe “fare pace col cervello”. “Come può il leader del principale sindacato italiano invitare alla rivolta sociale?” ha dichiarato, facendo riferimento all’ex storico segretario Cgil Luciano Lama – “non avrebbe mai detto una cosa del genere” – e lamentando l’assenza di toni costruttivi. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, invece, alla richiesta di un commento sulle parole di Landini ha detto: “Ci mancherebbe che io commenti da ministro le parole di un segretario generale di un sindacato, io penso che il Paese abbia bisogno di altro piuttosto che una rivolta sociale. Il bello della nostra democrazia è che ognuno può avere la propria opinione, va bene”.