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Meloni: «Il caso Sangiuliano non indebolirà il governo». Incontro con Zelensky: «Non abbandoneremo l’Ucraina»

Rispondendo a una domanda fatta dalla platea dall’industriale Emma Marcegaglia su tempi e modalità di applicazione della legge relativa a Industria 5.0 Meloni ha detto: «Se ci sono delle cose che si possono migliorare, sono totalmente a disposizione, così come per valutare i termini di eventuali proroghe, perché le misure si mettono in campo, si valutano come funzionano e poi si decide come muoversi». Si tratta di uno dei provvedimenti, prosegue la presidente del Consiglio, «fatti dal governo ai quali non sono riuscita a dare adeguata visibilità. Parliamo di 6,3 miliardi di euro a disposizione delle imprese per efficientare sul piano energetico e digitale il loro lavoro». Industria 5.0, riepiloga Meloni, «riconosce un credito di imposta a questi progetti di innovazione, un valore che sale quanto più si ottiene con quegli investimenti sul piano della riduzione energetica». Da questo punto di vista, «credo che possa essere uno strumento molto utile» visto che, oltre agli investimenti, «rientrano nelle spese agevolabili anche i costi per la formazione del personale, che aiuta la grande industria e soprattutto la piccola e media impresa a stare al passo con la transizione energetica». Tirando le somme, conclude la premier, «più la misura funzionerà bene, più noi avremo interesse a mandarla avanti».

«Non credo che non ci sarà riconosciuto ruolo in Ue»

 Quanto alla nomina di Raffaele Fitto «siamo in dirittura d’arrivo sull’annuncio della presidenza della Commissione europea. Non ho motivo di credere che all’Italia non le venga riconosciuto ciò che le spetta, per la forza che l’Italia ha, e trovo il dibattito surreale». Meloni ha ricordato: «Dicevano che von der Leyen si sarebbe segnato al dito un mancato voto e se fossi in lei mi arrabbierei molto. FdI non aveva votato von der Leyen ma io ho lavorato ben con lei in questi due anni e non ho ragione di credere che le cose vadano diversamente in futuro».

«Pnrr in buone mani con Fitto, lo sarà anche in futuro»

Chi sarà il sostituto di Fitto? «Come il Pnrr è stato in buone mani con Raffaele Fitto, non ho dubbi che sarà in buone mani anche nei prossimi anni, perché è un progetto strategico sul quale il governo ha dimostrato di mettere tutta la sua capacità e attenzione» si è limitato a rispondere Meloni. «Tutto il sistema Paese sta lavorando bene e adesso arriva la fase cruciale e più bella della messa a terra di queste risorse con i cittadini che vedranno il risultato che porta. Penso – ha aggiunto – che tutta Italia debba ringraziare Fitto per il lavoro che ha fatto e che farà, si spera, nei prossimi anni per l’Europa».

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