Il fondatore del Movimento è tornato a parlare dopo giorni di silenzio: ha annunciato la fine del M5s, ha lasciato intendere che sul simbolo è pronto alla guerra legale e ha prospettato la nascita di un nuovo progetto politico. “Questa è una comunità orgogliosa che non si lascia calpestare da nessuno”, ha replicato l’ex premier. E sul simbolo ha ribadito che non decide Grillo
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Continua la sfida tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte sul futuro del M5s. Ieri il fondatore del Movimento è tornato a parlare dopo giorni di silenzio e l’ha fatto con un video ironico e battagliero registrato su un carro funebre: ha annunciato la fine del M5s, ha lasciato intendere che sul simbolo è pronto alla guerra legale e ha prospettato la nascita di un nuovo progetto politico. Per Grillo, il Movimento è stato “disintegrato” da un Conte definito “Mago di Oz”. Il M5s è “stramorto”, ha detto. “Questa è una comunità orgogliosa che non si lascia calpestare da nessuno”, ha replicato l’ex premier. E sul simbolo del M5s, Conte ha ribadito che decide la comunità e non Grillo.
Il video di Grillo
Nel suo video, Grillo ha invitato l’attuale gruppo dirigente a “farsi un altro simbolo”. Con la sua nota cripticità, il garante ha anche ribadito l’impegno per dare al Movimento “un decorso altro e meraviglioso”. “Ho un’idea che vi svelerò, non finisce qui”, ha detto. Nel video, Grillo è alla guida di un carro funebre e dentro c’è simbolicamente il Movimento: “È stramorto”, “disintegrato” da Giuseppe Conte, ha detto. In sottofondo, però, suona l’Inno alla gioia di Beethoven. “Il M5s è compostabile, l’humus che c’è dentro non è morto e noi siamo qui”, è la frase che persone vicine a Grillo hanno letto come un invito alla battaglia per un “nuovo progetto”. Sullo sfondo, c’è lo spettro di una scissione.
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Il voto degli iscritti
Per mosse e contromosse, comunque, bisognerà aspettare il voto degli iscritti al M5s: dal 5 all’8 dicembre torneranno a esprimersi sull’eliminazione del ruolo del garante. Grillo ha mantenuto l’ambiguità. “Andate a votare, sennò andate per funghi”, ha detto richiamando lo slogan degli astensionisti a lui vicini. “Questa comunità non si fa calpestare, non vuole andare per funghi”, è stata la replica del presidente Conte.
Lo scontro Grillo-Conte
Nel suo videomessaggio, Grillo ha definito Conte “il mago di Oz”, responsabile della distruzione dei valori pentastellati. All’identità del M5s creato con Casaleggio, Grillo ha contrapposto Conte e “un partitino progressista, con metodi da Dc”. Per il garante,l’ex premier “ha una leggera psicosi, soffre di questa sindrome ripetitiva e compulsiva di proiezione a specchio”. Poi l’affondo sulla sua estromissione dall’azione politica del Movimento. “Ho mandato una cinquantina di progetti ma Conte non si fa trovare”, ha raccontato Grillo. Netta la risposta del presidente. “Molte delle proposte menzionate – ha ribattuto – sono già tradotte in proposte di legge, dispiace che si sia messo ai margini e si dimostri disinformato”.Grillo si è anche rivolto alla comunità: “Siete diventati un partito di gente che segue il mago di Oz, non vi conosco neanche più, quando venivo in ufficio non c’era nessuno”, è stata la frase di Grillo che non è andata giù ai vertici. Con il fondatore ci sono sia Virginia Raggi sia Danilo Toninelli, tra i big, ma anche diversi ex parlamentari. Dalle fila grilline viene con forza l’invito all’astensione, per sabotare il quorum e così lasciare in sella il garante.
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La risposta di Conte
In mattinata, riguardo al simbolo, Conte ha replicato: “Non esiste un Grillo depositario di un movimento politico alternativo, hanno fondato una forza politica che appartiene agli iscritti. Se una comunità deciderà di cambiare il simbolo lo faremo ma non è nella sua disponibilità. È stato registrato da Di Maio a nome del M5s e per i partiti politici vale l’uso consolidato del simbolo. Non è di Grillo e non è di Conte “. A Mattino Cinque, ha aggiunto: Grillo ha ragione in un certo senso, il M5s fondato da lui” è “morto, ma non sono morti i principi e valori perché c’è stata una rifondazione” da parte degli “iscritti”. E ancora: tra Beppe Grillo e la comunità “si è rotto qualcosa, altrimenti” gli iscritti non avrebbero “mai deciso di votare la cancellazione della figura di garante”.
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