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Inchiesta dossieraggio, Piantedosi: “Dati rubati per colpire avversari politici”

Il ministro dell’Interno ha commentato l’inchiesta di Milano durante il question time al Senato. “Le indagini della Procura hanno evidenziato la gravità dei comportamenti di chi potrebbe utilizzare dati illecitamente acquisiti per attaccare gli avversari politici, alterando la democrazia”, ha dichiarato. “Dal 2022 ad oggi 33mila gravi attacchi hacker”, ha aggiunto

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“Le indagini di Milano, ma anche quelle che nel recente passato hanno evidenziato attività illecite finalizzate al dossieraggio, pongono il tema della gravità di comportamenti di chi potrebbe utilizzare dati illecitamente acquisiti, non solo per scopo di lucro, ma anche per attaccare gli avversari politici alterando le regole della democrazia”. A dichiararlo è stato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, durante il question time al Senato (TUTTO QUELLO CHE SAPPIAMO SULL’INCHIESTA).

Piantedosi: “Dal 2022 avvenuti 33mila gravi attacchi hacker”

Nel corso del question time il ministro ha poi parlato delle capacità di prevenzione e risposta alla minaccia cibernetica. “Le capacità di prevenzione e risposta alla minaccia cibernetica attribuite alla Polizia postale sono state ulteriormente implementate, mediante la creazione di appositi Nuclei operativi territoriali, coordinati dal Cnaipc, in grado di gestire, tra il 2022 e il 2023, oltre 25 mila attacchi informatici classificati come rilevanti e più di ottomila nei primi 8 mesi del 2024, nonché attraverso la costituzione di un’apposita sezione Comitato analisi strategica antiterrorismo dedicata alla minaccia cyber”.


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L’aggiornamento e i controlli

Nel corso del suo intervento Piantedosi ha poi voluto approfondire il tema dei controlli. “Lo scorso dicembre ho dato mandato al capo della Polizia di procedere all’aggiornamento della Commissione tecnica, non operativa da decenni, incaricata per legge di analisi costanti per garantire standard sempre più elevati nella gestione delle informazioni sensibili. Abbiamo dunque già avviato i lavori per l’implementazione e il potenziamento del livello di sicurezza del sistema attraverso la definizione di criteri e misure tecniche più stringenti per l’accesso al Centro elaborazione dati”, ha dichiarato. Promessa poi severità nei confronti di coloro che dovessero violare la banca dati e che dovessero risultare responsabili di mancati controlli. “Ho incaricato il capo della Polizia di avviare verifiche interne sulla sussistenza di ipotizzati accessi abusivi alle banche dati del Viminale, ed in particolare del Centro elaborazione dati del ministero dell’Interno interforze, o sull’utilizzo illecito delle stesse. All’esito dei primi controlli, l’ipotesi di compromissione dell’infrastruttura del ‘Ced’ del ministero dell’Interno non è risultata, allo stato, riscontrata, ferme restando le attività investigative in corso. Su questi comportamenti, ove accertati, il governo e il ministero dell’Interno saranno estremamente severi. La stessa severità sarà riservata anche nei confronti di coloro i quali dovessero risultare responsabili di comportamenti omissivi rispetto a compiti di controllo e vigilanza già previsti dalle attuali regole di sicurezza”, ha concluso Piantedosi.


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