4′ di lettura
Forza Italia tira dritto sullo ius scholae e ribadisce la volontà di presentare appena possibile una sua proposta di legge organica sulla cittadinanza. La strategia è procedere a livello parlamentare, incaricando gli uffici di elaborare un testo da sottoporre agli alleati di governo. Possibilmente entro settembre, si sbilanciano autorevoli fonti azzurre, ma – viste le resistenze degli altri azionisti del governo – dal quartier generale del partito arriva una frenata. «L’obiettivo è farlo bene – dice il portavoce Raffaele Nevi -, adesso la priorità è mandare avanti la manovra e i provvedimenti oggetto delle iniziative» dell’esecutivo.
Il muro di Fdi e Lega
Ad oggi, infatti, il muro eretto da FdI e Lega sembra invalicabile. «Non è una priorità – dice Tommaso Foti da Fratelli d’Italia -, non è un argomento che fino ad oggi è stato posto all’ordine del giorno, è un tema estivo». Un aggettivo identico a quello usato dal leghista Nicola Molteni per archiviare l’argomento: quella di Tajani per lo ius scholae «penso sia solo una cotta estiva».
Loading…
La proposta di Fi: cittadinanza dopo i 10 anni di scuola dell’obbligo
Nel confronto che verrà, però, il partito azzurro è deciso a dimostrare agli alleati che il sistema congegnato, oltre che più giusto, sarebbe anche più stringente di quello attuale: rendere possibile la richiesta della cittadinanza italiana dopo un percorso di 10 anni di studio (ossia dopo la scuola dell’obbligo) con profitto che attesti, tra le altre cose, la conoscenza della lingua e della storia italiana. Questo criterio sostituirebbe quello attuale dei 18 anni di età di residenza continuativa, per «abolire ogni automatismo nella concessione della cittadinanza».
Il rilancio di Azione
Se la strada politica tracciata da Tajani per FI è chiara (il segretario ha già dato input ai capigruppo di Camera e Senato di iniziare a lavorare sul testo), l’iter dello ius scholae è costellato di ostacoli, interni ed esterni alla maggioranza. «Il testo della nostra proposta è pubblico, lo trovate sul nostro sito e verrà depositato il 9 settembre», annuncia su X il leader di Azione Carlo Calenda gettando il guanto di sfida verso i forzisti. Si tratta di un emendamento al disegno di legge in materia di sicurezza», che all’articolo 9 «già reca una norma di modifica della legge» in materia «di cittadinanza degli stranieri, e che l’aula della Camera inizierà a discutere il 10 settembre». Si tratta della traduzione normativa della proposta avanzata, ma non ancora formalizzata, da Forza Italia. E recita: «Il minore straniero nato in Italia che ha frequentato regolarmente nel territorio nazionale per almeno dieci anni il sistema educativo di istruzione e formazione, concludendo positivamente il primo ciclo e i primi due anni del secondo ciclo nelle scuole secondarie di secondo grado o, in alternativa, nei percorsi triennali e quadriennali di istruzione e formazione professionale di competenza regionale, acquista la cittadinanza italiana».
Le aperture del Pd
Dal Pd incalza anche la capogruppo alla Camera, Chiara Braga: “Non aver approvato una legge sulla cittadinanza è un nervo scoperto per il Pd – ammette -. Abbiamo presentato una mozione su questi temi. La nostra proposta guarda con più interesse allo Ius Soli. Vogliamo capire se FI utilizzi questo tema per una strategia di posizionamento col proprio elettorato o se è davvero interessata ad arrivare a un punto di caduta, ma non siamo disponibili a trattare l’argomento come una trattativa politica perché si sta parlando della vita delle persone”.