La Valle d’Aosta, meta ideale di chi fugge dal traffico delle città, conquista ogni anno sempre più vacanzieri da ogni parte del mondo, con un’offerta turistica articolata, tra sport invernali ed escursioni in alta quota, proposte culturali ed enogastronomiche.
Autentico Tetto d’Europa, è circondata dalle più alte vette d’Europa: il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino e il Gran Paradiso. La moltitudine di gente qui attratta non sempre però è preparata ad affrontare le difficoltà inaspettate che l’ambiente alpino può prospettare, cimentandosi spesso in attività al limite delle proprie capacità. Per tale motivo, in questo territorio dove l’intensità e la coesistenza di attività sportive, ricreative o lavorative possono comportare rischi elevati per l’incolumità delle persone, il servizio dell’elisoccorso risulta irrinunciabile.
A tal punto da essersi di recente rafforzato: nel novembre 2023, con l’avvio dei voli notturni, e poi, nel luglio 2024, con l’introduzione delle «operazioni speciali» notturne: missioni in aree impervie e prive di spazi sufficienti per l’atterraggio che, per permettere lo sbarco del personale in prossimità del paziente da soccorrere, richiedono l’utilizzo del verricello (un argano dotato di una lunga fune, capace di reggere fino a tre persone).
Valerio Segor, Capo della Protezione civile regionale, l’ente che mette a disposizione gli elicotteri per le attività di pronto intervento affidate al Soccorso Alpino Valdostano, sottolinea un significativo potenziamento del servizio: «In cinque mesi abbiamo ridotto i tempi d’intervento, fattore cruciale in situazioni in cui occorre agire con massima rapidità. Dal primo gennaio a oggi abbiamo portato a termine oltre 1.700 missioni, di cui 180 notturne. Nell’ultimo decennio, gli interventi annuali sono aumentati del 150%: un miglioramento epocale per la sicurezza del territorio valdostano, dove operiamo a una quota media di 2.500 metri».
L’equipaggio dell’elisoccorso, composto da un pilota, un tecnico verricellista, un medico e due tecnici specializzati di Soccorso Alpino (a cui si aggiunge, in caso di valanga, l’unità cinofila), è preparato per operare in situazioni estreme. Paolo Comune, direttore del Soccorso Alpino Valdostano, specifica che: «Per diventare tecnico specializzato di Soccorso Alpino occorre portare a termine un programma di addestramento altamente selettivo, a garanzia dei più elevati standard di sicurezza: dall’arrampicata su roccia, al canyoning, ai recuperi su ghiacciai, fino al training su elicottero».
In Regione, l’elisoccorso può contare su due elicotteri AW139 (denominati SA1 e SA2, dove SA significa Soccorso Aereo), prodotti da Leonardo ed operati da Airgreen, società piemontese specializzata in attività HEMS. SA1 è attivo tutto l’anno, mentre SA2 entra in scena nei periodi di maggior afflusso turistico. Entrambi totalmente dedicati alle attività sanitarie d’emergenza e a quelle di ricerca e salvataggio, gli AW139 sono in grado di effettuare interventi complessi, come la ricerca in valanga e il recupero di escursionisti bloccati in parete, e di garantire prestazioni eccellenti anche con meteo avverso e alle altitudini riscontrabili in Valle d’Aosta, dove la complessità del sorvolo in quota è estrema e il mezzo con cui si interviene fa la differenza.
«L’AW139 è una macchina veloce e potente, in grado di raggiungere le cime del Monte Bianco e del Monte Rosa in soli 15 minuti di volo da Aosta. Non solo, è dotato di un cockpit all’avanguardia compatibile con visori notturni (Night Vision Googles), che permettono di atterrare di notte in zone non illuminate e sconosciute, e di un sistema avionico di ultima generazione con visione sintetica, che permette di distinguere il profilo del terreno anche con scarsa visibilità», prosegue Comune.
Gianluca Cavoretto, referente sanitario 118, aggiunge che: «L’ampiezza della cabina dell’AW139 è fondamentale, perché ci permette non solo un accesso totale al paziente, ma anche di equipaggiare l’elicottero come un piccolo ospedale volante, con tutti gli strumenti sanitari utili a portare il soccorso sulla scena dell’emergenza, dove il paziente riceve le prime cure e viene stabilizzato per poi essere costantemente monitorato durante il volo verso l’ospedale più idoneo per la sua cura».