Unipol ha concluso i primi nove mesi del 2024 con risultati solidi, mostrando un’elevata resilienza in un contesto di mercato sfidante e di spese straordinarie. Il gruppo ha registrato un utile netto di 724 milioni di euro, con una flessione del 5,9% rispetto allo stesso periodo del 2023, attribuibile a uno stanziamento straordinario per prepensionamenti. Tuttavia, considerando i contributi delle collegate bancarie Bper e Banca Popolare di Sondrio, l’utile complessivo sale a 834 milioni, in crescita dell’8,5%. Di seguito, un’analisi dettagliata dei principali risultati e delle dichiarazioni dei vertici aziendali.
La Raccolta Premi e il Solvency ratio
Unipol ha riportato una raccolta premi totale in crescita del 9,1%, raggiungendo gli 11,4 miliardi di euro, un dato che testimonia la continua espansione del gruppo in tutti i comparti assicurativi. Nel dettaglio:
– Comparto Vita: I premi sono aumentati del 9,6% rispetto ai primi nove mesi del 2023, raggiungendo i 4,9 miliardi di euro, grazie a una forte domanda di soluzioni di risparmio e previdenza.
– Comparto Danni: I premi Danni sono saliti dell’8,7% a 6,5 miliardi di euro. Questo segmento ha beneficiato di un risultato ante imposte in crescita da 514 a 543 milioni di euro, trainato dalle performance positive nei settori chiave del gruppo, tra cui mobilità, welfare e proprietà.
Nel complesso, Unipol ha ottenuto risultati positivi in tutti gli ecosistemi di business Danni:
– Mobilità: La raccolta premi è aumentata del 10,1%, attestandosi a 3,4 miliardi di euro.
– Welfare: La crescita dei premi ha raggiunto il 10,8%, per un totale di 1,3 miliardi.
– Property: La raccolta premi ha registrato un incremento del 4,6%, arrivando a 1,8 miliardi di euro.
Per quanto riguarda il comparto Vita, UnipolSai ha raccolto premi per 2,55 miliardi di euro, segnando una leggera flessione del 2,7%. Al contrario, il canale di bancassicurazione gestito da Arca Vita ha registrato una crescita del 27,5% nei premi, raggiungendo i 2,35 miliardi di euro. Il risultato ante imposte del settore Vita ha totalizzato 225 milioni, in leggera crescita rispetto ai 221 milioni del 2023.
Dal punto di vista della solidità finanziaria, il gruppo ha rafforzato il proprio Solvency Ratio, che è salito al 224% dal 215% di fine 2023, mentre l’indice di solvibilità assicurativo è aumentato dal 275% al 286%, segno di una gestione prudente e di una forte resilienza patrimoniale.
Il miglioramento della redditività è stato evidenziato anche dal combined ratio di Unipol, un indicatore chiave della gestione tecnica nel comparto Danni, che è sceso al 93,9% rispetto al 98,6% dello stesso periodo del 2023. Tale miglioramento riflette una minore incidenza di sinistri da calamità naturali, un controllo dei costi e una gestione efficace della raccolta premi.
Confermati gli obiettivi 2024
Matteo Laterza, amministratore delegato di Unipol, ha espresso soddisfazione per i risultati ottenuti nei primi nove mesi dell’anno, ribadendo la coerenza con il piano strategico 2022-2024. “L’andamento registrato nei primi nove mesi e le informazioni al momento disponibili ci consentono di confermare, in assenza di eventi attualmente non prevedibili legati ad un eventuale aggravarsi del contesto economico o a eventi climatici estremi, un andamento reddituale della gestione consolidata per l’anno in corso in linea con gli obiettivi fissati nel Piano Strategico 2022-2024,” ha affermato Laterza.
La bancassurance
L’amministratore delegato ha inoltre sottolineato l’importanza della bancassicurazione come “motore principale per la crescita della distribuzione del business assicurativo,” evidenziando la solidità degli accordi con Bper e Popolare di Sondrio e la joint venture in Arca. Laterza ha ribadito che il gruppo considera tutte le opportunità di crescita con attenzione: “Se ci sono opportunità interessanti, è chiaro che le prenderemo in esame,” ha dichiarato, rispondendo a una domanda sugli sviluppi del settore e, soprattutto, a un eventuale interessamento a una partnership con Mps nel caso in cui l’istituto senese sciogliesse il legame con Axa.
Il Danish Compromise
L’ad Laterza è poi tornato sulla questione Danish Compromise, ossia la normativa europea che consente alle banche un minor assorbimento di capitale per l’acquisizione di quote nelle compagnie assicurative. Il viceversa, tuttavia, non vale nel caso siano le assicurazioni a mettere piede nel credito. Un’asimmetria notata giovedì scorso nel corso di un convegno sia dal presidente di Unipol, Carlo Cimbri, che Ceo Insurance di Generali, Giulio Terzariol. Si tratta una questione che – occorre precisarlo chiaramente – non ha un riferimento diretto all’Opa recentemente annunciata da Banco Bpm su Anima. In quel caso, infatti, Piazza Meda potrebbe avvalersi del Danish Compromise allargato o ampliato, che può permettere alle banche di ottenere sconti patrimoniali anche per partecipazioni in asset manager, purché queste vengano acquistate tramite una società controllata nel settore assicurativo.
Laterza ha, tuttavia, voluto puntualizzare la posizione del gruppo bolognese rispondendo alla domanda di un analista. «Il Danish Compromise, secondo noi, è un qualcosa di non troppo corretto nella regolamentazione dei mercati finanziari, ovvero per le banche c’è un vantaggio; al contrario questo “vantaggio” non potrebbe essere utilizzato da una compagnia assicurativa che magari ha degli interessi sulle quote bancarie», ha specificato aggiungendo che «nel caso delle quote bancarie ci viene chiesto di mettere sul tavolo più capitale rispetto al capitale che viene richiesto a una banca per comprare invece una quota in una compagnia assicurativa; quindi penso che sia una questione di regolarità normativa che a un certo punto dovrà comunque essere presa in esame dalle istituzioni politiche». La strategia di Unipol, ha concluso, «non dipenderà dal quadro normativo, ma da quanto noi in questo momento pensiamo di poter remunerare il capitale necessario per un investimento strategico».
Strategia RC Auto e Crescita di UnipolMove
Enrico San Pietro, insurance general manager di Unipol, ha discusso dell’andamento del segmento RC auto, dove il premio medio è stato aumentato del 5% nel corso dell’anno, un tasso superiore alla media del mercato. Sebbene questo abbia comportato una riduzione della base clienti, San Pietro ha affermato che “dalla scorsa primavera siamo stabili,” suggerendo che il portafoglio clienti si è ora stabilizzato.
Laterza ha parlato anche della crescita di UnipolMove, il servizio di telepedaggio del gruppo, che ha superato quota 1,8 milioni di clienti. “Abbiamo spinto molto a livello di iniziative commerciali per migliorare il numero di clienti di UnipolMove,” ha spiegato Laterza. L’obiettivo è raggiungere i 2 milioni di clienti entro la fine del piano industriale, fissato per la fine del 2024. “Non so se riusciremo ad arrivarci, ma siamo avanti e ben posizionati per poter raggiungere questo obiettivo,” ha aggiunto l’amministratore delegato.
Le Prospettive sul Dividendo
Nel corso della conference call, Laterza ha fornito indicazioni anche sul fronte del dividendo, rispondendo alle domande degli analisti in merito alle aspettative future. “Il nostro track record è sempre stato rispettato negli anni passati per raggiungere gli obiettivi di politica di dividendo,” ha sottolineato l’amministratore delegato, aggiungendo che il gruppo non ha intenzione di cambiare la propria linea di pensiero. Le decisioni relative al dividendo saranno comunque prese più avanti, ma Laterza ha ribadito che Unipol va considerata non più solo come una holding, ma come una “compagnia assicurativa operativa”.
Barclays conferma Overweight e alza il Target Price
Barclays ha confermato il proprio giudizio “overweight” su Unipol, alzando il target price a 13 euro per azione. La banca d’investimento ha giustificato questa decisione con il miglioramento della redditività atteso nel segmento Rc Auto, che rappresenta circa il 50% dei premi Danni di Unipol, e con il potenziale di crescita del settore assicurativo italiano.
Nonostante le ottime performance del titolo, Barclays ritiene che la valutazione di Unipol sia ancora interessante, con un rapporto prezzo/utili stimato a 7,7x per il 2025 con un rendimento del dividendo del 7% per il 2024.