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Unicredit scala Commerz. Il risiko parte da Berlino


Il blitz di Unicredit in Commerzbank ha tutti i tratti di un antipasto in vista di una maxi-fusione bancaria che mancava da anni a livello continentale. A quasi vent’anni di distanza l’istituto di piazza Gae Aulenti torna all’assalto del fortino tedesco e anche allora in prima fila c’era Andrea Orcel. Il banchiere romano nel 2005, allora in Merrill Lynch nella divisione M& A, aveva assistito Unicredit nell’acquisizione da 19,2 miliardi di euro di Hvb.

Orcel ha messo in piedi l’assalto a Commerz negli ultimi mesi, come anticipato dal Giornale in primavera, rastrellando azioni mediante operazioni sul mercato in attesa di mettere le mani sull’intero 4,49% ceduto da Berlino attraverso un accelerated book building, proponendo un prezzo d’acquisto a premio del 5% che ha sbaragliato la concorrenza. Con un esborso complessivo inferiore a 1,4 miliardi, Unicredit si è così portata al 9% del capitale della seconda banca tedesca e non nasconde l’ambizione di crescere ancora, lavorando con Commerzbank per «esplorare opportunità di creazione di valore per tutti gli stakeholder». Il prossimo passaggio è la richiesta alla Bce del semaforo verde per superare la soglia del 10% e Orcel ha già avviato i primi contatti «di cortesia» con il top management di Commerzbank, durante i quali non si è però approfondita nessuna ipotesi strategica.

Unicredit, che nei giorni antecedenti al blitz aveva informato il governo Meloni delle proprie intenzioni, ha sottolineato il suo supporto ai consigli di gestione e di sorveglianza della banca, con quest’ultimo riunitosi ieri sera per analizzare la mossa di Unicredit. Secondo FT, Commerz sarebbe aperta a discussioni per una potenziale aggregazione. La mossa di Orcel è stata definita «nettamente positiva» da Bruno Giordano, presidente della Fondazione Cariverona (socio all’1,09% di Unicredit).

Adesso bisognerà vedere le intenzioni di Berlino, che ancora detiene il 12% dell’istituto e secondo le regole in vigore sui mercati tedeschi non può vendere altri titoli per almeno tre mesi. Il mercato ha subito dato credito a una possibile acquisizione e il titolo Commerzbank è balzato del 16,5% a Francoforte. Tra gli analisti già si ragiona sulla possibile struttura dell’operazione. Equita ipotizza un’aggregazione fatta al 50% in contanti e al 50% in carta con un premio tra il 20% e il 25% e sinergie pari a circa il 10% della base costi di Commerzbank. Il tutto, specifica la sim milanese, non compromettendo i ratio patrimoniali, con un Cet 1 che rimarrebbe in area 13,5-14%, e preservando quindi la politica di distribuzione. Gli analisti di Intermonte invece non escludono un’operazione solo in carta.

A tre anni di distanza dal mancato accordo per mettere le mani su Mps, la banca milanese ha riorientato il suo radar M& A fuori dai confini nazionali.

La Germania grazie a Hvb già rappresenta oltre il 20% dell’utile operativo del gruppo e con l’aggiunta di Commerzbank andrebbe a sopravanzare Deutsche Bank come prima banca del paese per ricavi. L’unione tra Unicredit e Commerz andrebbe a creare un colosso da 75 miliardi di capitalizzazione, prima banca dell’Eurozona davanti a Banco Santander (72 miliardi), Bnp Paribas (70) e Intesa Sanpaolo (66).


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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