Una cosa è certa: Elon Musk ha sempre saputo da che parte tirano gli affari. E ora, il suo endorsement al presidente eletto degli Stati Uniti ha già portato in dote un significativo dividendo: il costruttore di auto elettriche Tesla, guidato e fondato dal miliardario di origini sudafricane, ha raggiunto i mille miliardi di dollari di capitalizzazione, grazie al rally post-elettorale. Ieri, a poche ore dalla chiusura di Wall Street, il titolo balzava ancora di oltre l’8% in Borsa. Secondo la classifica in tempo reale dei miliardari di Forbes, Musk ha rafforzato la sua leadership a livello mondiale con 303 miliardi di patrimonio personale (di cui 13 guadagnati solo ieri, seppur si tratti di guadagni solo teorici).
Mentre Tesla si gode il successo di The Donald, un’altra importante casa automobilistica cerca di cambiare volto per piacere di più ai cinesi, che peraltro sono il mercato automobilistico più grande del mondo. Si tratta di Audi, che a Shanghai ha svelato il concept della sua nuova Audi E, un progetto in joint venture con la cinese Saic che ha tra i cambiamenti salienti un logo Audi tutto maiuscolo e la clamorosa scomparsa dei Quattro Anelli. Secondo il ceo di Audi, Gernot Döllner, questo marchio per i modelli elettrici e intelligenti mira ad avvicinare nuovi segmenti di clientela, soprattutto i più giovani ed esperti di tecnologia. La Audi E è un’auto con un’autonomia di 700 chilometri e un’accelerazione da 0 a 100 che si effettua in 3,6 secondi. Specifiche interessanti, ma pagherà
far sparire il simbolo storico dei quattro cerchi? Vedremo. E a proposito di aziende snaturate, secondo indiscrezioni lo stabilimento Mirafiori di Stellantis rischierebbe di fermarsi nuovamente a dicembre.
«Si tratta di un’indiscrezione giornalistica che non ha conferme ufficiali», ha affermato ieri un portavoce della società. «L’azienda verificherà i programmi di produzione di dicembre nelle prossime settimane». La sensazione è che, almeno per Stellantis, nemmeno Donald Trump potrebbe fare miracoli.