Oggi e domani le associazioni europee dei concessionari Stellantis sono riunite ad Amsterdam. Al centro del dibattito, al quale interverrà domani per conto del gruppo Jean-Philippe Imparato, responsabile dei mercati dell’Europa Allargata, ovviamente il futuro all’indomani della burrascosa uscita di scena dell’ad Carlos Tavares, la riorganizzazione e la razionalizzazione delle associazioni. L’incontro era già in agenda da alcuni mesi e il caso ha voluto che avvenisse proprio in concomitanza con il licenziamento del top manager portoghese, conseguenza di una serie di scontri sulle strategie finora adottate con il Consiglio di amministrazione presieduto da John Elkann.
All’inizio di ottobre le stesse associazioni in rappresentanza dei concessionari di Stellantis avevano inviato una lettera a Ursula von der Lyen, presidente della Commissione Ue, per chiedere all’Europa di spostare dal 2025 al 2027 l’entrata in vigore dei limiti Ue sulle emissioni auto di CO2, che dall’anno prossimo scenderanno a 94 g/km. Un messaggio, questo, chiaramente contro la linea dell’ormai ex ad Tavares il quale aveva definito “surreale” modificare le norme Ue sulle emissioni di CO2.
E sempre nella stessa lettera – che di riflesso avvertiva Tavares del malcontento delle reti commerciali messe in forte difficoltà della strategia adottata – si faceva presente come “in qualità di distributori, siamo in contatto quotidiano con clienti finali che spesso rifiutano le macchine elettriche a causa di preoccupazioni su prezzo, autonomia e accessibilità. Ciò ci pone in una posizione contraria a quella del produttore che rappresentiamo, che rimane ottimista circa il rispetto di queste severe normative Ue”.
“Tuttavia – proseguiva la lettera – dal nostro punto di vista, è chiaro che il settore non è ancora pronto a raggiungere il volume necessario di vendite di veicoli elettrici. Questa crescente divergenza tra obiettivi normativi, prontezza del mercato e aspettative del produttore è motivo di preoccupazione”.
Tutti temi più che mai all’ordine del giorno a Bruxelles dove – come riporta oggi con enfasi “La Stampa”, quotidiano del gruppo Gedi che fa capo a John Elkann – la riconfermata presidente von der Lyen ha deciso di occuparsi in prima persona della crisi del settore automotive causata (aggiungiamo noi) dalle avventate “eco-decisioni” del precedente Esecutivo Ue, da lei stessa guidato, con l’avvio di un tavolo affinché i motori endotermici siano a disposizione anche dopo il 2035. Allo stesso tempo, si guarderebbe al “congelamento modulato” delle sanzioni previste dal 2025 e a un nuovo modo per calcolare le emissioni che giochi a favore dell’utilizzo dei carburanti green.
Così “La Stampa” di oggi che dedica una pagina a questo retroscena e rappresenta un segnale forte di cambio anche sul nuovo modo di agire e programmare da parte di Stellantis, di cui l’editore Elkann è il presidente.
Fuori Tavares, infatti, Elkann, che ha scelto il “vecchio” Richard Palmer (già manager di fiducia di Sergio Marchionne ed ex cfo di Fca e Stellantis, in pensione da un anno) come proprio Special advisor, sembra aver girato pagina in tutti i sensi.