Il big bang dell’impero ne ha oscurato la fama, ma Serafino Ferruzzi resta un gigante del Novecento. Un innovatore geniale, fra il grano, l’orzo e le sterminate tenute in tre continenti, uno che aveva trasformato la terra e la routine in un campo dei miracoli. A 45 anni dalla tragedia che lo strappò ai suoi sogni, Carlo Sama, marito della figlia Alessandra, ne rievoca la figura. Fu lui a battezzare e consegnare ai figli quello che agli inizi degli anni Novanta era il secondo gruppo italiano. Gettò le fondamenta, ma poi, come sottolinea commosso Sama, arrivò fulmineo al tetto. Prima di cadere con l’aereo a Forlì.
Stefano Zurlo
In occasione della ricorrenza della morte di Serafino Ferruzzi nel dicembre del 1979, ci tengo molto, perché lo ritengo un dovere e un onore, scrivere un breve ricordo del dottor Serafino Ferruzzi per ricordare cosa sia stato capace di realizzare nella sua vita.
Era nato Ravenna il 19 marzo 1908 ed è morto a Forlì il 10 dicembre 1979 in un tragico incidente aereo dopo aver superato un tumore alla gola. Il futuro fondatore e sviluppatore del gruppo Ferruzzi, che diventerà noto in tutto il mondo, nasce in una modesta famiglia romagnola da un padre piccolo agricoltore che faceva anche l’artigiano per poter mandare a scuola di perito agrario il figlio Serafino che si diploma nel 1937 e intanto lavora come assistente del fattore di una tenuta agricola.
Serafino Ferruzzi inizia così: con il tempo si laurea a Bologna in Agraria nel 1942 e intanto si mantiene agli studi diventando rappresentante per la Romagna dei fertilizzanti chimici e antiparassitari prodotti dalla Montecatini – che poi si fonderà con la Edison diventando Montedison – e contemporaneamente frequenta come operatore la Borsa merci di Bologna. Dopo la laurea viene richiamato dall’esercito come sottufficiale e assegnato di stanza a Bologna, continuando a lavorare e a frequentare il mercato granario bolognese.
Nel 1948, Serafino Ferruzzi, costituisce con due soci, amici di gioventù, la Ferruzzi & C. per il commercio delle materie prime cerealicole. A guerra finita, la domanda di cereali – in particolare grano e di orzo – è in grande espansione in Italia e in Europa anche come mangime zootecnico. Con un mercato che tira, Serafino Ferruzzi importa mais e cereali dall’Unione Sovietica e dai Paesi dell’Est Europa.
Nel 1949 inaugura il primo magazzino sul porto di Ravenna per facilitare il carico e lo scarico delle merci.
Finirà la sua vita attiva nel 1979 essendo diventato proprietario di più di un milione di ettari di terra dedicata all’agricoltura in 3 continenti, come il più importante trader/commerciante privato al mondo nelle materie prime cerealicole, con un seggio alla più importante borsa merci del mondo a Chicago, diventato un importante armatore privato con la flotta di navi per carico secco più grande d’Europa, come il più importante proprietario privato di silos in Europa, il più importante produttore di zucchero in Italia e uno dei primi in Europa con l’Eridania e tanto altro ancora; lasciando inoltre all’estero ai suoi 4 figli eredi un patrimonio allora stimato in più di 1.000 miliardi di lire tra liquidità, per la gran parte, grandi aziende agricole sparse per il mondo, una banca negli Stati Uniti ed altri asset che erano il frutto della sua trentennale riconosciuta attività, estero su estero, quale principale privato trader/commerciante di materie prime cerealicole del mondo.
Noi della Ferruzzi siamo partiti da
qui.
Non dal piano terreno: aveva praticamente già fatto tutto lui Serafino Ferruzzi con il suo incessante lavoro e la capacità di guardare lontano e di leggere il futuro, lui sì partito da un pianterreno e senza capitali!