in

Rai Way, riparte il risiko delle torri. Si va verso le nozze con Ei Towers


Delle possibili nozze tra Rai Way ed Ei Towers se ne parla da anni, questa volta però c’è ben di più delle semplici parole e potrebbe veramente arrivare l’aggregazione delle due società delle torri televisive. Secondo quanto riporta una nota ufficiale, il fondo infrastrutturale F2i (che controlla il 60% di Ei Towers), insieme al gruppo Mfe-MediaForEurope (l’ex Mediaset con il 40% sempre di Ei Towers) e Rai (che controlla circa il 65% di Rai Way) ieri hanno sottoscritto un memorandum non vincolante per l’avvio, anche con il coinvolgimento di Rai Way e della stessa Ei Towers, di «approfondimenti preliminari sugli aspetti industriali di una eventuale aggregazione» tra le due società delle torri per la trasmissione del segnale televisivo.

Il memorandum prevede un periodo di esclusiva fino al 30 settembre 2025 e precisa i capisaldi della potenziale operazione: tra questi sono indicati il «mantenimento della quotazione della combinazione tra le due società nonchè la realizzazione della potenziale operazione con modalità che consentano di beneficiare dell’esenzione dall’obbligo di promuovere un’offerta pubblica di acquisto, secondo quanto previsto dalla normativa rilevante in materia e una road map per la definizione dei termini della potenziale operazione entro la scadenza dell’esclusiva».

La potenziale aggregazione – sottolinea sempre il comunicato – resta soggetta, tra l’altro, allo svolgimento delle attività di due diligence, alla negoziazione e sottoscrizione di accordi vincolanti e all’approvazione da parte degli organi deliberativi delle parti coinvolte, nonchè all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni regolamentari.

Questo momento era atteso e ha visto un processo di preparazione da parte del governo, che lo scorso 22 maggio aveva varato un Dpcm (modificativo di quello licenziato il 17 febbraio 2022 dall’allora governo Draghi) per rendere possibile questa operazione. Attraverso il decreto, si autorizzava la Rai a diminuire la sua attuale quota di quasi il 65% e scendere fino al 30 per cento.

Nel provvedimento, si specificava che dovevano essere privilegiate operazioni funzionali ad assicurare l’aggregazione tra soggetti del medesimo settore. Lo stesso amministratore delegato di Mfe, , da tempo auspica le nozze tra le due società. Ora sembra che il disegno possa avviarsi sul giusto binario.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


Tagcloud:

Calcoli, requisti e novità: così si può andare in pensione a 64 anni

In arrivo il nuovo decreto Cultura: dal “piano Olivetti” a quello “Mattei”, cosa prevede