Davvero sorprende l’atteggiamento di Lufthansa che, dopo aver trattato per due anni e definito il prezzo per l’acquisizione di Ita già a metà della trattativa, ora accampa motivi per avere uno sconto, peraltro sembra non modesto. Peccato che proprio quel prezzo sia stata una delle ragioni di fondo per ottenere l’esclusiva della trattativa e, dunque, avrebbe dovuto essere blindato di fronte a ogni evenienza.
Ora i vertici della compagnia tedesca sostengono che, vista la congiuntura non brillante che ha segnato gli ultimi mesi di Ita, quella valutazione va rivista. Un modo un po’ curioso di rispettare il contratto. Ma tant’è, ormai ci stiamo abituando alle modalità tedesche, basta osservare come il governo Scholz ha reagito alla proposta di acquisizione di Commerzbank da parte di Unicredit, proposta legittimata dalla vendita delle azioni da parte del Tesoro tedesco e condivisa dalle istituzioni europee che proprio la Germania ha plasmato a sua immagine e somiglianza in barba agli interessi degli altri.
Evidentemente la crisi economica che sta mettendo in ginocchio il Paese e che sta
minando la tenuta stessa del governo, è più profonda di quanto non si creda. Al punto che i vertici di Lufthansa si sentono autorizzati a violare anche le più elementari regole della contrattualistica. Ne prendiamo atto.