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Piazza Affari nel segno delle banche


Il risultato è meno spettacolare di quello fatto registrare a fine 2023 (+28%, un balzo tra i migliori al mondo), ma anche il 2024 ha riservato molte soddisfazioni a chi ha investito in azioni italiane. L’indice principale di Piazza Affari, il Ftse-Mib, che rileva l’andamento delle 40 società più capitalizzate del listino, è andato ieri in archivio con una performance annuale di tutto rispetto: +12,5% circa a quota 34.166 punti, di poco inferiore al massimo dell’anno di 35.410 toccato il 16 maggio. La Borsa capitalizza ora 811 miliardi (+6,6%) e rappresenta il 38% del Pil (era il 39,4% lo scorso anno).

A correre di più sono stati quest’anno i titoli del comparto creditizio, anche se il primo posto lo ha conquistato un assicurativo (Unipol) con un miglioramento rispetto al 2 gennaio del 125% grazie agli ottimi risultati operativi e all’acquisizione di nuove quote di mercato. Crescita a tre cifre anche per Monte Paschi (+106%), prima fra le banche, al centro del risiko, alimentato dalle scommesse sull’uscita dello Stato dal capitale, che hanno favorito anche il resto del comparto. Fra le aziende di credito spicca Banco Bpm (+61% dopo il lancio dell’Opa da parte di Unicredit, cresciuta a sua volta del 53,5%), mentre Intesa-Sanpaolo ha segnato un robusto +44%, raggiungendo però al termine della seduta di ieri il primato tra le banche dell’eurozona per capitalizzazione (69 miliardi di euro) davanti a Santander (67 miliardi) e Bnp Paribas (66 miliardi).

Nel corso dell’anno che si chiude Popolare di Sondrio realizza infine un incremento del 35,6%. Senza dimenticare Generali (+41%), da sempre la blue-chip per eccellenza di Piazza Affari, una certa sorpresa arriva da alcune holding industriali, a partire da Leonardo (+70%), leader europeo nell’industria della difesa, che ha beneficiato degli investimenti in armamenti da parte di numerosi Paesi in un anno segnato dall’aggravarsi della situazione geopolitica. Dal febbraio 2022, data dell’invasione russa in Ucraina, a oggi il titolo si è rivalutato di oltre il 300%. Infine, a completamento delle top ten del listino, Saipem (+68%) è salita in scia al prezzo del petrolio e Prysmian (+49%) è stata premiata dall’impennata dei ricavi e dai miglioramenti della redditività.

Il bilancio annuale della Borsa italiana, stando sempre all’andamento delle società a maggiore capitalizzazione, presenta però anche molti segni negativi. La maglia nera spetta a StM (-45,2%) che nel corso del 2024 ha dovuto affrontare la crisi mondiale dei microchip. Segue a ruota Stellantis (-40,5%), nonostante i timidi segnali di ripresa delle ultime sedute. E in questo caso le ragioni sono molteplici: dalla crisi del comparto automotive europeo, che ha colpito pesantemente anche Volkswagen, fino al cambio al vertice del gruppo, con l’allontanamento di Carlos Tavares. In attesa dei conti del quarto trimestre, previsti per febbraio, qualche speranza si è riaccesa dopo il vertice tra la società, rappresentata dal presidente John Elkann, e il governo italiano, concluso con una serie di impegni per nuovi investi-menti. In forte calo nell’anno che si chiude anche Campari (-39,8%), a sua volta frenata dal doppio cambio al vertice, ma la cui crisi è dovuta sostanzialmente al calo dei consumi in Cina e sui mercati esteri dove il gruppo italiano realizza gran parte del fatturato. Giù infine, ma con percentuali minori, Erg (-29,5%), Nexi (-26,9%), Amplifon (-20%), Tim (-17,8%), Eni (-16,7%), Inwit (-15,6%) e Moncler (-8,5%), penalizzata dal crollo delle vendite in Cina nella prima parte dell’anno, particolarmente evidente nel lusso. In ogni ca-so l’indice Ftse-Mib ha mantenuto, in termini di performance, la terza posizione in Europa, preceduto soltanto dal Dax 30 di Francoforte e dall’Ibex di Madrid.

Ma la piazza finanziaria milanese non è soltanto prerogativa del mercato azionario. È il caso di ricordare, per esempio, che la Borsa di Mila-no è leader in Europa per contratti scambiati su strumenti obbligazionari quotati.

Sul Mot (il mercato telematico del reddito fisso), sono stati negoziati quest’anno, come comunicato ieri da Borsa Italiana, ben 1.541 prodotti, di cui 168 titoli di stato, 45 obbligazioni e 1.328 tra eurobond e Abs. Tra questi vanno ricordate la terza e quarta emissione dei Btp Valore, per una raccolta complessiva di quasi 30 miliardi.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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