La Francia vince la «sua» battaglia del paracetamolo. Lo Stato guidato dal presidente Emmanuel Macron (in foto), infatti, è piombato a gamba tesa sulla procedura di vendita da parte del gruppo farmaceutico Sanofi di Opella, che produce una serie di farmaci molto popolari tra le famiglie francesi tra cui spicca in assoluto il Doliprane (l’equivalente della Tachipirina). Si tratta di un grosso affare, del resto, che valuta l’intera Opella in 16 miliardi di euro, che è peraltro la terza azienda mondiale per quanto riguarda la produzione di farmaci da banco. La polemica politica, che ha investito il neonato governo di Michel Barnier, è divampata dopo la notizia che il fondo americano Clayton Dublier & Rice l’aveva spuntata sulla cordata locale guidata dal gruppo francese di private equity Pai guadagnandosi la trattativa in esclusiva. Sul piatto c’è la cessione della quota di controllo del 50% e lo spauracchio di vedere messi a rischio i 1.700 posti di lavoro che la società – presente in 100 Paesi con 11mila persone – ha sul suolo francese. Ma c’è di più, dal momento che Opella è il principale produttore di paracetamolo del Paese e, in periodo Covid, il governo era stato costretto a razionare la vendita dei farmaci con questo principio attivo che si era trovato a essere scarsamente reperibile sui banchi delle farmacie.
Tutti aspetti che, in un paese storicamente sovranista, hanno spinto lo scorso martedì il ministro dell’industria, Marc Ferracci, era arrivato a minacciare di bloccare la vendita. Da qui, però, è arrivato l’accordo, in una sorta di golden power alla francese: vale a dire che che Bpifrance, la banca d’investiementi pubblici francese, entrerà nel capitale con una quota del 2% con la possibilità per lo Stato di intervenire sulle scelte strategiche, mentre Sanofi rimarrà presente nell’azionariato con una quota del 48%.
«Questo nuovo passo nel percorso di Opella», spiega il comunicato, «apre la strada alla creazione di un nuovo leader autonomo nel settore della salute dei consumatori, sostenendo al contempo la strategia di Sanofi e la sua maggiore attenzione ai farmaci e ai vaccini innovativi». La chiusura della transazione è prevista non prima del secondo trimestre del 2025.