I punti chiave
I punti chiave
La sicurezza antincendio nei condomini rappresenta non solo un obbligo di legge, ma anche un elemento essenziale per la protezione di persone e beni. Anche per i condomini, la normativa antincendio definisce indicazioni chiare per prevenire incendi e gestire le emergenze, assicurando che ogni edificio sia attrezzato adeguatamente. Approfondiamo, dunque, le principali disposizioni normative che amministratori e condomini dovrebbero conoscere per mantenere gli edifici in sicurezza e conformi alla legge.
Cos’è la normativa antincendio per i condomini
La normativa antincendio per i condomini è costituita da una serie di regolamenti volti a prevenire e gestire il rischio di incendi negli edifici residenziali multipiano. Questi regolamenti mirano a garantire che i condomini siano progettati, costruiti e mantenuti per minimizzare i rischi di incendio, e che siano dotati di procedure e dispositivi adatti a proteggere gli abitanti in caso di emergenza. Tale normativa copre vari aspetti, tra cui la progettazione dell’edificio, l’installazione di dispositivi antincendio, la manutenzione delle vie di fuga e la formazione dei residenti. Le disposizioni comprendono l’obbligo di dotare i condomini di attrezzature specifiche come estintori, rilevatori di fumo e sistemi di allarme, che devono essere controllati e mantenuti regolarmente. In Italia, le norme principali sono stabilite dal Decreto Ministeriale 25 gennaio 2019, conosciuto anche come Codice di Prevenzione Incendi, che fornisce le linee guida generali per la sicurezza antincendio.
Certificato di prevenzione incendi (Cpi): obblighi e modalità di richiesta
Il Certificato di prevenzione incendi (Cpi) attesta la conformità dell’edificio alle norme antincendio. È obbligatorio per determinati tipi di edifici in base a caratteristiche specifiche come l’altezza e il numero di unità abitative. I casi principali in cui il Cpi è richiesto sono:
edifici con altezza superiore a 24 metri: per garantire la sicurezza, i condomini con altezza superiore a questo limite devono possedere il certificato;
edifici con un numero significativo di unità abitative: in edifici con molti appartamenti, il Cpi può essere obbligatorio per il rischio elevato dovuto all’alta densità abitativa;
edifici a destinazione d’uso mista: se un condominio comprende non solo residenze ma anche attività commerciali o uffici, la maggiore complessità d’uso richiede il Cpi.
Per ottenere il documento, l’amministratore del condominio deve presentare la domanda per il Cpi al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, corredata da documentazione tecnica relativa alla conformità dell’edificio. È importante ricordare che il documento ha una validità limitata e va rinnovato periodicamente.
Estintori: quando sono obbligatori
La normativa antincendio prevede l’obbligo di installazione di estintori in determinate situazioni, e cioè:
per edifici con altezza superiore a 12 metri: gli apparecchi devono essere presenti in condomini di altezza superiore a 12 metri, misurata dalla base dell’edificio al piano abitato più alto;
aree comuni del condominio: gli estintori devono essere collocati in spazi comuni come ingressi, corridoi, pianerottoli e garage, e in prossimità di impianti elettrici e caldaie, zone considerate a rischio;
numero e tipologia: la normativa richiede almeno un estintore ogni 200 metri quadrati di superficie e, in ogni caso, uno per piano. Inoltre, gli estintori devono essere omologati e adatti alla tipologia di incendio più probabile (ad esempio, a polvere o a CO2).
Per garantire la loro efficacia, gli estintori devono essere sottoposti a manutenzione periodica ogni sei mesi da tecnici specializzati, con una revisione completa almeno ogni 36 mesi.
Adeguamento antincendio: a chi spetta sostenere i costi
Il costo per l’adeguamento e la manutenzione dei sistemi antincendio è un tema spesso dibattuto tra i condòmini.
Le spese per la sicurezza antincendio possono essere divise in ordinarie e straordinarie: le prime riguardano la gestione corrente del condominio, come la manutenzione degli estintori, e sono a carico di tutti i condòmini in base ai millesimi di proprietà; le seconde comprendono interventi significativi come l’installazione di nuovi impianti e sono anch’esse suddivise tra i condòmini secondo i millesimi, previa approvazione in assemblea. Nel caso di immobili in locazione, è buona prassi informare gli inquilini degli interventi in corso, anche se le spese restano a carico dei proprietari.