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Mutui più convenienti fino a 300 euro al mese. Ma in Borsa serve cautela


Che cosa cambia il taglio di 25 punti base del tasso sui depositi da parte della Bce? La domanda non ha una risposta univoca. Sicuramente per i mutui a tasso variabile e per i futuri contratti di finanziamento (credito al consumo) il minor costo del denaro porterà benefici evidenti. Per quanto riguarda la gestione dei nostri risparmi, invece, dovrà ancora prevalere la cautela, la stessa mostrata dall’Eurotower perché non è detto che nel medio termine una classe di attivi come le azioni possa essere immediatamente avvantaggiata dai minori rendimenti dei titoli a reddito fisso che si basano sul saggio di interesse deciso a Francoforte.

MUTUI

I tassi sui mutui, ricorda la Fabi (il principale sindacato bancario italiano) sono già diminuiti a una media del 3,44%, rispetto a livelli medi superiori al 5% del 2023 e potrebbero calare ancora al 3,2%: una riduzione che comporterà, nel caso di un prestito immobiliare di 25 anni a tasso variabile da 200mila euro, un risparmio complessivo di oltre 70mila euro (-19,3%), poco meno di 300 euro mensili. Per 200mila euro a 20 anni il risparmio scende a 225 euro mensili, mentre 100mila euro sulla stessa durata costeranno 112 euro in meno ogni mese. I mutui a tasso fisso non dipendono dalle decisioni della Bce ma scontano le aspettative sui tassi a lungo termine. Anche se non influenzati dall’Eurotower, i loro tassi sono diventati più convenienti e oscillano tra il 2,5 e il 3 per cento.

CREDITO AL CONSUMO

I tassi sul credito al consumo sono scesi a una media dell’8,58%, dopo picchi superiori al 14%, e potrebbero calare ancora all’8,25%. Un’automobile da 25.000 euro comprata interamente a rate con un finanziamento di 10 anni, ricorda la Fabi,costerà oltre 11.000 euro in meno (-23%) rispetto al 2023; mentre per una lavatrice da 750 euro, con un credito di 5 anni, il risparmio, nei prossimi mesi, sarà di 161 euro (-14,6%)

VALUTE

Nonostante il taglio dei tassi, l’euro si è rinforzato sul dollaro sopra quota 1,10. Idem per il rapporto sullo yen a 142,50. L’estrema prudenza mostrata dalla presidente Lagarde ha indotto gli investitori a non vendere per ora la moneta unica nonostante il differenziale di rendimento con l’area del dollaro si sia ampliata. E proprio l’incertezza che continua a caratterizzare i mercati suggerisce di valutare anche l’oro, tradizionale bene rifugio, le cui quotazioni sono sui massimi da qualche mese.

OBBLIGAZIONI E AZIONI

I mercati obbligazionari si attendono che i tassi dell’Eurozona tornino al 2% entro il prossimo anno. I rendimenti dei titoli di Stato core a lungo termine si attestano attualmente al 2,20%. Negli Stati Uniti, ci si attende che i tassi scendano leggermente sotto il 3,0%, mentre il rendimento dei titoli a 10 anni è solo dello sei decimi superiore, al 3,6%. Carmignac suggerisce cautela sui mercati dei titoli sovrani a lungo termine. Al contrario, se dovessero riaffiorare timori di un rallentamento economico più marcato, i mercati potrebbero prezzare un ciclo di tagli più aggressivo, portando così a una riduzione dei rendimenti a breve termine e a un aumento dei prezzi.

Occorre prudenza sull’azionario: il taglio dei tassi giova sempre ma eventuali fiammate inflazionistiche con peggioramento del quadro macro potrebbero sovvertire i pronostici. Meglio, perciò, privilegiare i titoli con dividendi generosi come i finanziari, gli energetici e le azioni del lusso.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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