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Maxi-taglio tassi in Svizzera, Bce farà lo stesso? I possibili impatti su euro/dollaro e Btp

Sorpresa stamattina dalla Banca nazionale svizzera che ha effettuato un taglio dei tassi “jumbo” 50 punti base. i funzionari hanno abbassato il loro benchmark chiave allo 0,5%. La maggior parte si aspettava solo un movimento di un quarto di punto. La decisione precede quella della Bce in arrivo oggi a metà giornata.
Dopo il taglio il franco svizzero è sceso nei confronti dell’euro al livello più basso dal 25 novembre, allontanandosi ulteriormente dal massimo di quasi un decennio toccato contro l’euro il mese scorso. La banca centrale si mostra molto attenta a contenere le pressioni rialziste sul cambio. “I tagli ai tassi di riferimento continuano a essere il nostro strumento principale qualora la politica monetaria dovesse essere ulteriormente allentata”, ha detto il governatore della BNS, Martin Schlegel. “Allo stesso tempo, rimaniamo disposti a intervenire sul mercato dei cambi, se necessario”.

Il tasso guida del paese elvetico è così sceso allo 0,5%. “La pressione inflazionistica sottostante è ancora diminuita in questo trimestre. Con l’allentamento odierno della politica monetaria la Banca nazionale tiene conto di tale evoluzione. Continuerà a osservare attentamente la situazione e, se necessario, adeguerà la politica monetaria per far sì che l’inflazione a medio termine si mantenga nell’area di stabilità dei prezzi”, è l’indicazione di accompagnamento alla decisione odierna.
Una mossa dettata dalla volontà di dare sostegno all’economia alla luce dell’affievolirsi delle pressioni inflattive. Per l’anno in corso la Banca nazionale svizzera si aspetta un aumento del Pil di circa l’1%. Anche grazie all’allentamento della politica monetaria degli ultimi trimestri, la crescita dovrebbe rafforzarsi il prossimo anno, sebbene solo in lieve misura a causa della congiuntura estera moderata. Per il 2025 la Banca nazionale si attende attualmente un tasso di crescita compreso tra l’1% e l’1,5%.
“I rischi di inflazione sono al ribasso e l’economia sta crescendo al di sotto del potenziale, mentre le principali esportazioni della Svizzera stanno lottando con problemi strutturali e ciclici”, ha affermato Karsten Junius, economista capo presso la Bank J. Safra Sarasin di Zurigo, che ha previsto la mossa e prevede altri due tagli di un quarto di punto nella prima metà del prossimo anno.

Dopo i tagli apportati in tutte e quattro le riunioni del 2024, i tassi elvetici sono tra i più bassi al mondo. Il costo del denaro è infatti già tornato al livello raggiunto a settembre 2022, quando ha posto fine a quasi otto anni di politica monetaria al di sotto dello zero.

Anche Tajani chiede maggiore coraggio Bce
Adesso le attese sono tutte sulla Bce con pressioni crescenti da più fronti. Dopo il presidente di Confindustria Emanuele Orsini che ha chiesto coraggio alla Bce, oggi il vice premier Antonio Tajani ha fatto altrettanto. Intervenendo all’incontro imprenditoriale Italia-Spagna, Il leader di Forza Italia ha detto che i tagli dovrebbero essere più incisivi, in quanto tassi più bassi facilitano l’accesso al credito, fondamentale per le imprese e per la crescita”.
Analisti non escludono il maxi-taglio
Il consensus degli analisti indica un taglio di un quarto di punto percentuale portandolo al 3%, anche se non manca chi azzarda una mossa più consistente. Ad esempio JPMorgan prevede una riduzione più ampia, di mezzo punto percentuale, per contrastare efficacemente i recenti dati che indicano una crescita e un’inflazione più deboli.
Gli analisti di Ing non escluderemmo del tutto un taglio aggressivo di 50 punti base, ma ritengono che l’attenzione del mercato dovrebbe concentrarsi maggiormente sulle altre comunicazioni in arrivo. “Una stima aggiornata dello staff Bce che vedrebbe il raggiungimento anticipato dell’obiettivo di inflazione l’anno prossimo consentirebbe di abbinare il taglio più piccolo a un tono più accomodante. La Bce potrebbe, ad esempio, ammorbidire la formulazione precedente sul mantenimento di una politica sufficientemente restrittiva per tutto il tempo necessario, ora che l’obiettivo si sta avvicinando”.

Per Goldman Sachs è possibile che la presidente Bce Christine Lagarde si sbilanci verso nuovi tagli dei tassi se l’inflazione rimarrà in linea con il percorso di convergenza al 2% per il prossimo anno. In generale, qualsiasi riferimento alle proiezioni econiomiche potrebbe fornire informazioni cruciali sulla probabilità di un ulteriore allentamento monetario nel 2025.
Occhio alla reazione di euro/dollaro e Btp

Un taglio jumbo della Bce, o anche solo una comunicazione più “accomodante” sulle prossime mosse andrebbe a impattare non poco sui mercati. Tra gli asset da tenere sotto osservazione spicca chiaramente l’euro/dollaro, già sceso molto quest’anno sulle attese di una Bce più attiva nel tagliare i tassi rispetto alla Fed, che potrebbe avvicinare ulteriormente la parità; attenzione anche ai Btp, che potrebbero scattare in avanti in caso di Bce più accomodante del previsto e i rendimenti del Btp decennale potrebbero ulteriormente avvicinarsi al 3% (attualmente sono al 3,2%).

“La performance dell’euro rispetto alle principali valute vedrà probabilmente una reazione immediata, con volumi di trading sul mercato valutario previsti in aumento durante l’annuncio.

I mercati azionari europei potrebbero riprendersi alla conferma dell’allentamento monetario – spiega Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia – . I rendimenti obbligazionari nell’eurozona potrebbero subire una pressione al ribasso, in particolare se la BCE segnalasse un’apertura a ulteriori tagli nei prossimi mesi”.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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