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La Lombardia e le sue filiere fanno squadra per spingere il Pil


Parola chiave, «progettualità». La Lombardia ha trasformato questo impegno in un paradigma per promuovere la politica industriale e la competitività. Per farlo, ha puntato su una nuova strategia di sostegno alle imprese orientata al concetto di filiere, ovvero al consolidamento dei rapporti tra il mondo produttivo, quello accademico e scientifico e gli istituti formativi per la creazione di veri eco-sistemi.

Regista di questa operazione è stato l’assessore lombardo allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi, dalle cui intuizioni politiche è nato un percorso avviato già due anni fa. La Regione «locomotiva d’Italia» ha così anticipato i tempi, creando nuovi modelli da seguire sia a livello nazionale sia a livello europeo.

La linea strategica tracciata da Guidesi è partita con una manifestazione di interesse per riconoscere e supportare il rafforzamento, la resilienza e la competitività delle filiere produttive e di servizi e degli ecosistemi produttivi ed economici del territorio, poi sviluppata con misure specifiche a supporto.

A sottolineare il valore di questo approccio è stato lo stesso presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana. «La strategia delle filiere agisce laddove c’è la possibilità di migliorarne ulteriormente la qualità. È un metodo di lavoro che favorisce il dialogo tra tutti gli attori di comparti specifici e che ha il pregio di presentare le aziende lombarde in modo nuovo, facendo squadra tra loro», ha affermato il governatore, assicurando «indubbi benefici al mondo produttivo». Fontana ha quindi osservato che «superare la frammentarietà, registrata talvolta in passato, partecipando a eventi e fiere a livello internazionale, sia il modo più proficuo per aumentare la nostra competitività sui mercati globali e migliorare la percezione del Made in Lombardy».

Quella intrapresa è una strategia di politica industriale a carattere europeo, in quanto figlia di un indirizzo adottato a Bruxelles, dove anni fa erano stati individuati 14 ecosistemi strategici su cui concentrare l’azione. Regione Lombardia ha aggiunto a quella ricetta un grado di flessibilità, lasciando libertà alle imprese di manifestare i propri progetti anche al di là dei settori scelti dall’Unione Europea.

«Siamo convinti ha affermato lo stesso Guidesi – che una pianificazione strategica settoriale ci possa consentire di anticipare i tempi e di certificare le nostre leadership e di esprimere nella collaborazione sistemica un potenziale ancora inespresso. Capofila, fornitori, università, istituti di credito, centri di formazione e centri di innovazione insieme verso il futuro con il sostegno di Regione».

Le filiere, ha sottolineato l’assessore regionale, «sono il primo passo di una pianificazione manifatturiera, per ribadire la nostra vocazione e confermare in futuro i nostri primati».

La manifestazione di interesse ha innescato un processo virtuoso: a oggi, la Regione ha riconosciuto 68 filiere che comprendono oltre 1.497 soggetti tra imprese, università, centri di formazione, istituti di credito. Nello specifico il 64% delle filiere ha il soggetto capofila nelle province di Milano e di Brescia e aggrega il 59% delle imprese e altri soggetti degli ecosistemi.

In riferimento al quadro provinciale, 27 filiere hanno il soggetto capofila a Milano (per un totale di 562 soggetti aggregati), altre 16 invece lo hanno a Brescia (309 aggregati). Seguono, con sette soggetti capofila ciascuna, Cremona (104 aggregati) e Pavia (91 aggregati). Un dato interessante riguarda poi gli obiettivi dichiarati dalle filiere lombarde. Al 90,2% riguardano l’innovazione e il trasferimento tecnologico, la digitalizzazione e ricerca e la proprietà intellettuale, all’83,6% la sostenibilità e circolarità. Parimenti, all’83,6% si focalizzano su formazione, capitale umano, occupazione e sicurezza sul lavoro. E ancora, per il 49,2% i progetti riguardano l’internazionalizzazione e per il 21,3% il credito e la patrimonializzazione.

Per quanto riguarda i settori in cui operano le filiere, i principali sono le applicazioni digitali (14 filiere per 322 soggetti), l’energia, i carburanti sostenibili (13 filiere per 247 soggetti), e le lavorazioni industriali (9 filiere e 241 soggetti), seguiti da salute e benessere (9 filiere e 202 soggetti), turismo e sport (6 filiere e 91 soggetti), tessile (5 filiere e 124 soggetti) ed edilizia (5 filiere e 117 soggetti).

A seguito del successo della manifestazione d’interesse, attraverso uno stanziamento di oltre 100 milioni di euro, Regione Lombardia ha dato un ulteriore segnale a supporto di questo percorso, varando, su volontà dell’assessore Guido Guidesi, una serie di misure per potenziare e strutturare ulteriormente le filiere. E per far correre la «locomotiva d’Italia» ancora più forte.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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