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Il monito di Draghi: “Mercato unico fondamentale, oggi non c’è”


è categorico: oggi non c’è, ma il mercato europeo è fondamentale. L’ex primo ministro ha ricevuto oggi il premio Ispi 2024 e si è soffermato sui principali dossier economici europei citati nel suo rapporto, ponendo l’accento sulla necessità di un mercato Ue: “Di fatto oggi non c’è e le barriere tra i nostri Stati sono più alte, ma il mercato unico è fondamentale per la crescita e la produttività”. Draghi ha citato come secondo punto al centro del suo rapporto l’integrazione dei mercati dei capitali, seguita dalla regolamentazione e dalle regole della concorrenza.

“La sfida presentata nel rapporto è esistenziale ha rimarcato l’ex presidente della Banca centrale europea: “Se vinta permette di continuare ad evolversi lungo le linee che sono i valori fondanti dell’Unione europea, come democrazia, pace”. A proposito del rapporto, Draghi ha rivelato la reazione di un ministro di un Paese membro: “Quando il rapporto è uscito la prima reazione di un ministro di un paese che non vi dico è stata: ‘no impossibile’. In realtà questo volume di finanziamento pubblico è importante, ma nell’economia del rapporto è marginale”.

Quando si fanno le cose bisogna essere ottimisti, se si è pessimisti si sta a casa ha aggiunto Draghi: “Quello che la gente vuole da un leader è che abbia competenza e visione: immaginare il futuro e avere la capacità di realizzarlo. Ma da un leader politico vuole di più: che sappia portare con sè il resto del Paese”. Per questo motivo chi va alle elezioni riceve la legittimazione dei cittadini “che è importante per fare le riforme”, ha proseguito, spiegando che il “mandato di un non eletto deve essere per forza circoscritto, mentre il mandato di un eletto può essere più ampio e abbracciare riforme importanti”.

Analizzando lo scenario attuale, Draghi ha ammesso che la leadership franco-tedesca si è indebolita, ma allo stesso tempo ha evidenziato di non vedere alternative“capaci di dirigere l’Europa verso un futuro comune”. C’è sì un vuoto di leadership, ma serve pazienza e serve anche attendere il risultato delle elezioni in Germania. “Se l’Europa va in direzione sovranista come si potrà percorrere una strada per l’integrazione?” la provocazione di Draghi, che ha poi tenuto a precisare che le istituzioni Ue“hanno gli anticorpi che sono stati prodotti dai trattati”.

L’Europa si trova davanti a un momento difficile: “Al tempo del ‘whatever it takes’ occorreva una affermazione forte e credibile su un ambito specifico, oggi il contesto richiede una decisione collegiale, che molti leader decidano in maniera concorde su una strada da percorrere”.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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