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Il governo lancia la svolta sullo Spazio

Il ministro Adolfo Urso

Prima un piano strategico per la space economy e ora la legge quadro nazionale sullo Spazio per coinvolgere e regolamentare le attività dei privati in orbita. L’Italia accelera nel business delle stelle su tre fronti d’eccezione (Usa, India e Africa ) e si prepara a investire 7,2 miliardi al 2027. Un svolta fortemente voluta dal governo e dal Mimit che considera l’aerospazio uno dei settori chiave del made in Italy.

Un netto cambio di rotta arrivato in settembre dopo gli accordi siglati con Elon Musk per le sue SpaceX e Starlink. SpaceX, che ha rivoluzionato i viaggi spaziali, guarda infatti all’Italia come partner strategico per il proprio programma di lancio e per le future collaborazioni con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Starlink, il progetto per fornire Internet satellitare ad alta velocità in tutto il mondo, si prepara espandersi in Europa e vede nel nostro Paese uno dei siti in cui l’infrastruttura può avere un impatto significativo, soprattutto nelle zone difficilmente raggiungibili dalla banda larga tradizionale.

Con una lunga tradizione nell’industria aerospaziale e una posizione geografica strategica, l’Italia può quindi pienamente giocare la propria partita. D’altra parte, lo Spazio in Italia è un settore strategico con una filiera ramificata in diversi settori dell’economia: vi operano oltre 400 imprese, di cui il 66% pmi e il 27% startup, che realizzano un giro d’affari di circa 3 miliardi.

A livello europeo, secondo Sace, nel 2023 il valore delle vendite finali dell’industria spaziale ha raggiunto gli 8,4 miliardi, cifra destinata ad aumentare nei prossimi anni grazie a una domanda pubblica e privata in continua crescita: per ogni euro speso, ne sono creati 11. A livello globale invece la space economy vale oggi circa 630 miliardi di dollari, che dovrebbero diventare circa 1.800 nel 2035.

Ma in Italia chi sono i leader al momento? Senza dubbio Leonardo e le sue controllate: da Alenia Thales Italia a Telespazio e ad Avio. Poi ci sono una serie di operatori come Officina Stellare, società vicentina quotata su Euronext Growth Milan e specializzata in strumentazioni ottiche per aerospazio e astronomia, oppure Argotec, unica azienda al mondo a far volare due micro-satelliti, nello spazio profondo, contemporaneamente. E che lancerà il primo satellite della costellazione Iride, voluta dal governo italiano e finanziata con i fondi del Pnrr

A livello strategico, oltre alla sponda americana, l’Italia ha anche quella indiana. In occasione del vertice del G20 a Rio de Janeiro, il presidente del Consiglio e il premier indiano Narendra Modi hanno firmato un nuovo piano d’azione strategico congiunto per il periodo 2025-2029 per espandere la cooperazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Organizzazione Indiana per la Ricerca Spaziale. Obiettivi: promuovere la rispettiva visione, ricerca e sviluppo nell’uso pacifico e sostenibile dello spazio esterno ed esplorare e facilitare la collaborazione spaziale commerciale reciproca. Tra gli ambiti di interesse reciproco ci sono l’osservazione della Terra, l’eliofisica e l’esplorazione spaziale, con particolare attenzione alla scienza lunare.

Oltre a Stati Uniti e India, come ricordato di recente dal ministro delle Imprese e del made in

Italy Adolfo Urso (nella foto) anche l’Africa e il piano Mattei giocano un ruolo chiave per lo sviluppo del settore: l’esecutivo ha già annunciato il rilancio del centro spaziale in Kenya e nuove collaborazioni nell’area.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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