PENSIONI MINIME: Per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo nel 2025 ci sarà un incremento del 2,2% e dell’1,3% nel 2026. Quest’ano scadeva l’aumento del 2,7% previsto con la legge di Bilancio per il 2024. Le pensioni arriveranno a 617,9 euro dai 614,77 attuali perché la base di calcolo è quella precedente all’aumento del 2,7% dato l’anno scorso maggiorata con il recupero dell’inflazione pari all’1%.
PENSIONE DI VECCHIAIA/1: per accedere al minimo di legge dell’assegno sociale è consentito l’utilizzo delle forme previdenziali complementari sotto forma di rendita.
PENSIONE DI VECCHIAIA/2: per le lavoratrici madri di quattro o più figlio il pensionamento può essere anticipato di massimi 16 mesi.
BONUS MARONI: ai lavoratori che restano al lavoro pur avendo raggiunto l’età utile per il pensionamento la somma corrispondente alla quota di contribuzione a carico del lavoratore che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all’ente previdenziale, qualora non fosse stata esercitata la facoltà, è corrisposta interamente al lavoratore. I dipendenti della PA possono restare al lavoro fino a 70 per funzioni di affiancamento e tutoraggio dei neoassunti nei limiti del 10% delle facoltà assunzionali dell’amministrazione.
FLESSIBILITÀ IN USCITA: Confermate Quota 103, Opzione Donna e Ape Social. In quest’ultimo caso eventuali prestazioni di lavoro occasionale non possono eccedere i 5.000 euro lordi annui.
LAVORATORI FRONTALIERI: Nelle more della ratifica
del nuovo Protocollo tra Italia e Svizzera, ai lavoratori frontalieri che operano in smart working sarà riconosciuta come prestazione effettuata all’estero il 25% massimo del lavoro effettuato presso il proprio domicilio.